Prevenire il diabete a 50 anni: una dieta sana consente di contenere il rischio di malattia
Certamente nessuno dei lettori abituali di Eurosalus si meraviglierà di venire a sapere che una dieta ricca di frutta, verdura e fibre e povera di grassi riduce il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2.
Poiché tuttavia una parte consistente della scienza medica si ostina a sostenere che i comportamenti alimentari non servono a nulla e che il diabete si può prevenire e curare soltanto con i farmaci, il fatto che uno studio scientifico sia riuscito a dimostrare il contrario è tutt’altro che privo di interesse.
Lo studio in questione, recentissimo, è stato realizzato da un gruppo di medici del Simmons College di Boston, sotto la direzione della dottoressa Teresa T. Fung, e pubblicato sull’ultimo numero della rivista specialistica Diabetes Care (TT Fung et al, Diabetes Care 2007 July, 30(7):1753-1757).
Si è trattato di una ricerca di lungo periodo, condotta su una popolazione di donne molto numerosa: circa 80.000 donne sono state seguite per 18 anni, dal 1984 al 2002, e regolarmente monitorate per quanto concerneva la loro salute e le loro abitudini alimentari.
A questo scopo è stata costruita un’apposita unità di misura, una sorta di “Indice del mangiar sano”, fondato su nove parametri: quantità di frutta, verdura, fibre cereali, noci e soia, moderata assunzione di alcol, rapporto tra consumo di carni bianche e carni rosse, quantità di grassi trans, rapporto tra grassi polinsaturi e grassi saturi, integrazione di complessi multivitaminici.
Delle 80.000 pazienti oltre il 6% (5.200 circa) ha sviluppato il diabete di tipo 2 nel corso dei 18 anni della ricerca. La correlazione tra la dieta alimentare seguita e il rischio di contrarre la malattia o di prevenirla è risultata molto significativa: le donne classificate nella fascia più alta dell’indice di misurazione (quelle cioè con le abitudini alimentari più sane) avevano un rischio di ammalarsi del 36% inferiore a quella classificate nella fascia più bassa.
Fatto se possibile ancor più interessante, le pazienti che hanno migliorato le loro abitudini alimentari nel corso dello studio si sono allineate rapidamente al livello di rischio delle più virtuose: come hanno osservato gli autori dello studio, “non è mai troppo tardi per ridurre il pericolo di sviluppare il diabete di tipo 2. Bastano pochi anni di una dieta appropriata”.
di Ezio Sinigaglia