Novità all’ospedale Sacco: supporto omeopatico alle terapie oncologiche
Una ricerca francese ha rilevato fin dal 2005 che oltre un terzo delle persone in trattamento per malattie tumorali cerca il supporto e il conforto di terapie complementari a sostegno dell’intero organismo, in affiancamento alle usuali terapie oncologiche (Molassiotis A. et al, Ann Oncol. 2005;16:655-6).
La attuale terapia oncologica, medica o chirurgica che sia, cerca di colpire “il cancro” dimenticandosi spesso del resto dell’organismo, quello stesso organismo che è poi chiamato a lottare per recuperare il proprio equilibrio e godere degli effetti combinati della terapia oncologica e del supporto globale ricevuto.
In questo 33-34% di pazienti che ricorrono, dopo la diagnosi di tumore, alle terapie complementari, si contano soprattutto pazienti donne, che fanno ricorso a prodotti a base di erbe, medicinali omeopatici, integratori vitaminico-minerali, massaggi e tecniche di rilassamento, con l’obiettivo di rafforzare le capacità di autodifesa del corpo e per migliorare le condizioni psicofisiche e la propria qualità di vita.
Queste terapie sono usate soprattutto per curare gli effetti avversi di chemio e radioterapia (quasi il 25%), ma anche per ridurre dolore e stanchezza (11%), e i disturbi secondari alla menopausa indotta dal trattamento medico e ovviamente tutto il corredo di ansia e di manifestazioni somatiche che accompagnano la terapia oncologica.
Aprendo gli occhi su questa realtà e ritenendola un fatto positivo per il supporto generale alle donne malate di tumore del seno, dal 18 aprile scorso, presso l’Ospedale L. Sacco di Milano, ha aperto le sue porte l’Ambulatorio di “Terapie omeopatiche a supporto dei trattamenti oncologici”, situato all’interno della Breast Unit dell’Ospedale L. Sacco (Padiglione 1) e aperto al pubblico ogni venerdì mattina, dalle ore 9.00 alle ore 12.00.
Si tratta di un ambulatorio dove le donne operate di carcinoma alla mammella possono ricevere anche trattamenti omeopatici per curare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche.
Come riportato da Medicina Naturale online, si tratta di un servizio che si inserisce nel percorso diagnostico-terapeutico della Breast Unit, che vede collaborare in sinergia i diversi specialisti chiamati ad avere un ruolo nel trattamento del tumore al seno, nella logica di una presa in carico globale della paziente e non solo della sua malattia.
Il Prof. Fabio Corsi, responsabile della Senologia dell’Ospedale Sacco, spiega meglio le motivazioni dell’apertura di questo ambulatorio, che «nasce dall’esperienza, maturata negli ultimi anni, della grande opportunità che le terapie omeopatiche possono dare a supporto delle terapie oncologiche tradizionali. Nella piena consapevolezza che l’omeopatia non cura il cancro, ma aiuta a tollerare gli effetti collaterali indotti da cure oncologiche irrinunciabili».
«L’idea di questo servizio» – prosegue il Prof. Corsi – «ci è stata suggerita da colleghi medici francesi. Da diverso tempo in Francia infatti, grazie a quanto stabilito dal Progetto Cancro (voluto da Chirac e poi proseguito da Sarkozy), le terapie complementari come l’omeopatia vengono usate per trattare gli effetti collaterali delle cure antitumorali. Un ambito in cui i medicinali omeopatici trovano appieno il loro ruolo, mentre altri farmaci non sempre risultano efficaci».
Siamo di fronte ad un approccio che orienta la cura alla persona e non alla malattia. Finalmente nel rispetto di una integrazione complessiva tra le differenti aree di risposta dell’organismo alla ricerca del miglior benessere ottenibile anche in situazioni complesse come quelle tumorali.
Questa è sicuramente una buona notizia, mentre fa specie la notizia dell’apertura, da parte dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), di un sito destinato al pubblico, alle mamme e ai bambini, per le cure attuabili durante la gravidanza.
Il medicinale omeopatico (ricordo che per la legge europea è un medicinale a tutti gli effetti) è privo di effetti collaterali indesiderati sul nascituro e da molti anni anche molti dei ginecologi restii ad accettare l’omeopatia suggeriscono comunque alle donne gravide di rivolgersi alla medicina omeopatica per il trattamento (sicuro) di molti disturbi.
Ebbene fa un po’ impressione che l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) vada contro le indicazioni europee e nel sito non faccia neanche cenno ai medicinali omeopatici e al loro possibile uso.
Viene riportato lo zenzero, insieme ad altri fitoterapici, ma nemmeno una parola sugli omeopatici riconosciuti dalla legislazione europea. Un’occasione persa, e una dimostrazione di come in Italia la medicina possa solo muoversi sui percorsi legati alla farmacologia classica, difendendo probabilmente interessi diversi da quelli della completezza dell’informazione sulla salute, per mantenerla in linea con gli standard europei.
O forse, viste le notizie degli ultimi giorni relative alla vicenda Roche-Novartis, e all’incursione nelle sedi AIFA della Guardia di Finanza, forse non c’è stato il tempo di pensarci fino in fondo…