Minerali e dieta

3 Dicembre 2005
Minerali e dieta

La carenza o l’eccesso di un minerale non indica necessariamente uno squilibrio alimentare o una particolare situazione clinica; può indicare l’uno o l’altra, o una combinazione di entrambi, e soprattutto può avere significati diversi in contesti e in soggetti diversi.

Per questo è molto importante l’intervento interpretativo del medico curante, che conosce le abitudini della persona e la sua storia clinica, passata e attuale.

Solo il medico possiede gli elementi essenziali per inquadrare i risultati dell’analisi, in modo da arrivare a una diagnosi corretta e a un piano d’intervento terapeutico veramente mirato. 

Ecco perché è difficile, e in certi casi improprio, suggerire degli interventi dietetici basandosi unicamente sui valori assoluti dei minerali e dei loro rapporti. 

Prima di modificare le proprie abitudini alimentari è opportuno consultare il medico curante almeno in queste condizioni: 

  • intolleranze e allergie alimentari; insufficienza renale e dialisi;
  • diabete e altre malattie metaboliche;
  • gravidanza; celiachia e altre malattie intestinali importanti (colite ulcerosa, Crohn);
  • anoressia e alterato comportamento alimentare su base psichica.

Esistono però alcune configurazioni – cioè particolari costellazioni di risultati – che consentono di proporre schemi dietetici e correttivi sicuramente validi e privi di rischi, anche sulla base del solo mineralogramma.

Gli schemi anomali del quadro generale sono quelli che più si prestano a un intervento di tipo dietetico. Due sono particolarmente significativi.

La prima configurazione è quella in cui si verificano carenze nel settore minerale degli antiossidanti, il che suggerisce uno scarso controllo delle ossidazioni e una iperproduzione di radicali liberi. 

Questo schema è presente quando vi sono carenze negli oligoelementi relativi a questo settore: Manganese, Rame, Zinco e Selenio.

La seconda configurazione è quella in cui quasi tutti i minerali ad azione fisiologica sono in carenza o ai livelli minimi di normalità: anche in questa situazione è possibile correggere la situazione con un intervento di tipo dietetico.