L’interruttore biologico
Sapevamo che dal nostro orologio biologico dipendessero molti aspetti importanti della nostra vita, dalla fame al sonno, ma quello che un gruppo di ricercatori dell’università della California ha da poco scoperto è piuttosto rivoluzionario: è stato, infatti, individuato un interruttore vero e proprio capace di controllare i nostri ritmi fisiologici.
Si tratta di un aminoacido prodotto dal gene BMAL1 che, se non viene messo in condizione di… “comportarsi come si deve”, altera immediatamente i nostri ritmi circadiani. Se è vero che alla base di questa regolazione il meccanismo origina da un particolare aminoacido, è vero però che molte ricerche hanno ormai dimostrato che questa regolazione è indotta dallo stile di vita diverso, sia dall’alimentazione che dall’esercizio fisico.
Lo studio pubblicato da Nature e guidato dal prof. Paolo Sassone-Corsi dimostra che se questo particolare aminoacido non si “resetta” ogni giorno possono esserci conseguenze anche serie sul nostro organismo, depressione e problemi cardiaci compresi.
A questo punto la sfida che potrebbe aiutare milioni di persone che soffrono di insonnia è quella di scoprire in quale modo si possa attivare questo “interruttore” biologico quando non si accende da solo. Una questione che sta interessando molte case farmaceutiche pronte a buttarsi sulla nuova “gallina dalle uova d’oro”. Senza contare che il corretto funzionamento dell’orologio biologico sembra possa avere una notevole influenza anche sulla longevità.
Nella speranza che nessuno si sogni mai di spacciare per “elisir di lunga vita” un cocktail di sostanze chimiche più o meno dannose, preferiamo cogliere il dato “biologico” della scoperta che conferma, ancora una volta, l’assoluta precisione del nostro organismo, ma anche la sua estrema delicatezza, e in ogni modo la possibilità di indurre modifiche globali attraverso dei processi “virtuosi” attuabili da chiunque. Più riusciamo a ricordarlo nelle nostre azioni quotidiane e più possiamo trarne giovamento.