Latte sì latte no: aspetti critici sull’allattamento del bambino da parte di madri allergiche
Uno dei temi più conflittuali proposti dal congresso di Berlino, è stato il tema dell’allattamento. Mentre è ormai documentato con precisione che l’allattamento al seno svolge una azione sicuramente protettiva nei confronti dello sviluppo di allergia futura nei bambini, c’è una preoccupazione crescente sul fatto che la madre atopica possa in realtà allattare il bambino passando a lui una serie di allergeni non processati che possono accentuare e stimolare in lui la genesi atopica.
Uno studio svedese tuttora in corso (BAMSE) ha evidenziato in 4000 bambini seguiti dal 1994 che all’età di 2 anni i bambini allattati almeno per 4 mesi in modo esclusivo, avevano meno asma (7,3% contro 11,8%), meno eczema (24% contro 27%) e meno rinite (6% contro 9%). La riduzione dei bambini asmatici ha una elevata significatività statistica.
In contrasto, la rilettura di alcuni dati su atopia e allattamento, effettuata dalla dottoressa tedesca Renate Bergmann, ha consentito di evidenziare che le madri atopiche che allattano (senza dieta adeguata) determinano una induzione (e non una riduzione) della atopia nel proprio figlio, tanto più grande quanto più a lungo allattano.
È indispensabile ribadire che il problema esiste solo per madri allergiche che non controllino in modo adeguato la possibile presentazione di antigeni. Ciò che ha in parte sorpreso è la proposizione terapeutica dell’uso di formule idrolizzate di latte vaccino, anziché un approfondimento conoscitivo della alimentazione materna.
È infatto ormai certo che il latte materno contiene antigeni e proteine che sono in grado di attivare un priming specifico sul sistema immunitario come fatto normale in tutte le specie (Dr. Susanne Halken – Danimarca).
Nella madre atopica questo può essere alterato in modo grave e al bambino vengono presentati antigeni elementari non selezionati, e senza l’adeguato supporto di citochine regolatrici che possono favorire l’insorgenza della tolleranza.
È evidente quindi che particolare attenzione deve essere data alla identificazione di eventuali ipersensibilità alimentari della madre atopica in previsone dell’allattamento.