La rivoluzione del farmaco no-profit: finalmente una buona notizia
Da qualche manciata di ore è nato ASAQ, il primo farmaco “no-profit” della storia. Pensato dalla DNDI (Drugs for Neglected Diseases Iniziative), ente fondato da Médecins sans frontières, con la collaborazione del laboratorio francese Sanofi-Aventis, il nuovo farmaco potrà contribuire a combattere finalmente la malaria, malattia che conta 500 milioni di casi ogni anno, ma che, sviluppandosi in zone disagiate del pianeta, non è mai stata considerata “economicamente interessante” dalle case farmaceutiche.
Il preparato è composto da Artesunate o Artemisinina (derivato dalla Artemisia, pianta diffusa ovunque, di cui si sono di recente riscoperte le potenti attività antimalariche) e da Amodiachina. Le sigle dei due prodotti AS il primo, e AQ il secondo, compongono appunto il nome della nuova sostanza.
Il tema, da noi più volte trattato, della “libertà di cura” entra, così, in una nuova era: «L’ASAQ è la prova che un nuovo approccio nel campo della ricerca e dello sviluppo, è possibile» spiega il Dr. Christophe Fournier, presidente del Consiglio Internazionale di MSF «Il fatto che il farmaco non sia protetto da alcun brevetto, lo rende un modello interessante per il futuro delle malattie dimenticate: in questo modo, infatti, ciascun laboratorio potrà produrlo, generando concorrenza e, quindi, un calo del prezzo».
Circa due volte meno caro dei farmaci esistenti, ASAQ costa, già in partenza, circa 38 centesimi di euro per i bambini e 77 centesimi per gli adolescenti e gli adulti, senza contare che, ne basta una sola compressa al giorno, per tre giorni (contro le 4 attualmente prescritte). Una bella rivincita per Medici senza Frontiere, l’associazione che da anni combatte la grande lobby delle multinazionali del farmaco capaci di impedire, con ogni mezzo, l’autoproduzione di medicinali (un abuso ben rappresentato dallo spot diffuso in questi giorni in Francia), e un passo in più verso il concetto rivoluzionario di farmaci alla portata di tutti, soprattutto dei più poveri.
Manuela Florio
collaboratore Redazione Eurosalus