La melatonina nella terapia del cancro del seno
La melatonina viene utilizzata con obiettivi e dosaggi differenti, attribuendo ad essa diverse potenzialità terapeutiche (regolarizzazione del sonno, agente antiossidante e antitumorale). È molto importante conoscerne le potenzialità e le modalità d’uso, per consentirne un uso corretto e correlato all’obiettivo terapeutico.
Riportiamo qui uno studio condotto su 82 pazienti affetti da tumore endocrino dipendente in uno stadio avanzato, con aspettativa di vita di meno di 6 mesi, non in grado di sostenere un programma chemioterapico.
I pazienti sono stati trattati con 20 mg di melatonina, in aggiunta ai trattamenti di terapia oncologica endocrina tradizionale (tamoxifene, megestrol, triptorelin). Si è osservata una sopravvivenza di più di un anno nel 47%, mentre poco meno del 40% hanno riferito un miglioramento dell’astenia e dello stato depressivo. Non sono stati segnalati effetti collaterali (in un caso solo è comparsa cefalea).
Vi è quindi una evidenza dell’efficacia della melatonina nell’invertire la resistenza clinica alla terapia ormonale per i tumori per i quali è indicata (seno e prostata) (Melatonin as a Modulator of Cancer Endocrine Therapy, Lissoni P. et al, Front. Horm. Res., 1997;23:132-136 )
La melatonina quindi non è solo un agente modulante del sistema immunitario, bensì è possibile utilizzarla come modulatore diretto della terapia oncologica endocrina nel tentativo di accrescere la dipendenza ormonale delle cellule tumorali.
Possiede inoltre un’azione citostatica e di inibizione della crescita cellulare su alcune linee tumorali (cancro del seno e melanoma), che la rende un sussidio terapeutico utilizzabile in associazione o in alternativa ai trattamenti oncologici classici quando questi non sono attuabili.
Altri lavori (Lissoni P et al, Support Care Cancer 1997 Mar;5(2):126-9) hanno comunue poi riconfermato l’uso della melatonina nella patologia oncologica.