La dieta Punti

24 Luglio 2012
La dieta Punti

La Dieta Punti è stata inventata da un dietologo italiano (il Dott. Guido Razzoli) alla fine degli anni ’70, e si basa sul principio di associare ai diversi alimenti un particolare punteggio.

Ogni giorno si ha a disposizione un determinato numero di punti (da 40 a 60), ed è compito della persona a dieta fare in modo di non superare il tetto massimo concesso.

L’assegnazione del punteggio, tuttavia, non è in relazione con il semplice contenuto calorico dei cibi, quanto piuttosto con il contenuto in carboidrati e con la facilità di assimilazione dei carboidrati stessi.

Per fare un esempio, la maggior parte delle carni ha valore 0 o 1, i grassi (olio o burro) hanno anch’essi valore 0 o 1, mentre 25 g di cracker valgono 18 punti e 50 g di cioccolato al latte ben 27 punti.

Questo significa che, per poter mangiare qualcosa, è necessaria una forte riduzione del consumo di qualunque carboidrato, frutta e verdura comprese. In questo sta il trucco (geniale) del metodo, ma anche la sua debolezza.

 

Il vantaggio maggiore è la possibilità di controllare la propria alimentazione senza contare le calorie. Il calcolo dei punti però non è sempre così facile, sia quando si faccia uso di piatti pronti (sughi, specialità) sia quando si preparino in caso ricette varie.

Indubbiamente la Dieta Punti costringe colui che sta a dieta a rinunciare alla maggior parte dei carboidrati (con ottenimento di una relativa calma insulinica), grazie al punteggio assegnato con grande cura ai vari cibi. Talvolta senza nemmeno accorgersene.

Il difetto più grande di questo metodo ci sembra l’eccessiva assunzione di proteine come fonte alimentare. Eliminando tutti o quasi i carboidrati dalla dieta, l’organismo trarrà la sua energia dalle proteine stesse, impegnando fegato e reni in un continuo processo di eliminazione dell’azoto.

Inoltre il metodo non presta alcuna apparente attenzione alla qualità dei cibi utilizzati, mettendo alla pari insaccati, carne in scatola, conserve, con cibi freschi, ed assegnando valori molto penalizzanti a frutta e verdura.

Il suo suggerimento è di fare uso di edulcoranti artificiali in sostituzione dello zucchero, e di margarina in sostituzione dei grassi saturi. Consigli che non ci sentiamo in alcun modo di condividere.