La dieta Ovvia
Il nome probabilmente nasce dalla ovvietà dei consigli forniti: ciascuno sa quali cibi fanno ingrassare e quali no, la gente osserva le regole che si crea da sé, bisogna adottare ciò che più ci piace di ogni diverso programma dietetico, tracciate la vostra piramide alimentare personale, ciò che comprate deve avere sapore, bevete almeno sei bicchieri di acqua al giorno, mangiate tanta frutta e verdura, si perde peso solo assumendo meno calorie di quante se ne consumino, non mischiate proteine e carboidrati nello stesso pasto… e via ovviando e asportando perle di “saggezza” da mille diete diverse.
Un metodo non-metodo, insomma, che non aveva certo bisogno di essere stampato in tante copie. Certo è che se sull’argomento decide di scrivere il più importante agente letterario londinese, tutti in ascolto! Il prossimo? Sui coleotteri, o sulle abitudini sessuali dei calciatori?
Ovviamente nessuno. Se a qualcuno piacesse aderire al principio di usare tanti carboidrati e pochi grassi, unendolo (come suggerisce l’autore) a quello di un’altra dieta che suggerisce l’opposto (tante proteine e grassi ma zero carboidrati) potrebbe mangiare tanto di tutto! Se poi ingrassa, mandi pure il conto del dietologo a Ed Victor.
In compenso leggendo il libro si impara come dire no gentilmente ad una coppa di champagne ad un ricevimento, o a buttar via la pizzetta senza dare nell’occhio.
Numerosi ed imprevedibili. Non maggiori, comunque rispetto a quelli di chi non segua alcun regime alimentare. Come in tutti i libri di diete privi di basi scientifiche, tuttavia, le leggerezze non si contano.
Viene suggerito l’utilizzo di pasti dissociati (o solo proteine o solo carboidrati: in quest’ultimo caso con un dannoso effetto sulla secrezione di insulina), e quando parla di intolleranze, Victor suggerisce l’astensione completa dal cibo incriminato per un lungo periodo: pratica pericolosa e in grado di provocare anche shock anafilattici.
La domanda è: vi fareste cavare un dente dal vostro gommista? Se cercate una dieta andate da un dietologo, e non da un agente letterario.