Il rischio invisibile non è così alto: Ebola e Carbonchio (Antrace) possono essere contrastati
Proseguiamo la valutazione critica dei rischi connessi con una possibile guerra NBC (Nucleare, Batteriologica o Chimica) e delle possibilità di difesa.
Tra gli strumenti di guerra che incutono più terrore alla gente ci sono i batteri e i virus: l’invisibile che può provocare morte, anche da lunga distanza, è in grado di riattivare paure antiche in ciascuno di noi.
In questi giorni la pagina del sito sull’Antrace (o Carbonchio) è stata visitatissima, come non mai dalla sua nascita ad oggi. La paura per l’impiego di armi batteriologiche è anche dovuta alle discordanze tra i diversi stati sulla distruzione delle scorte di agenti patogeni prodotte e accumulate precedentemente.
I rischi di questo tipo di attacco non sono però troppo elevati ed è possibile difendere noi e i nostri cari con un buon grado di sicurezza.
I possibili strumenti di attacco:
- Antrace o Carbonchio (battero presente negli animali, trasmissibile all’uomo per inalazione, dove può determinare infezioni cutanee e poi una malattia polmonare e una infezione generalizzata grave, e spesso mortale).
- Vaiolo (virus ben noto, di cui la scienza medica ha consentito l’eradicazione, conservando però scorte che potrebbero diventare pericolose se usate malamente).
- Peste bubbonica (potrebbe essere trasmessa da pulci e topi; come è già stato nel corso dei secoli passati, la Peste nera potrebbe essere uno strumento di offesa di notevole gravità).
- Ebola virus (di difficilissima gestibilità per terroristi, presenta però caratteristiche di aggressività molto forti).
- Altri (come Brucellosi, Colera, Botulino) di ridotta rilevanza sul piano pratico.
Il primo problema che si pone per questi agenti batterici o virali è che possono essere estremamente attivi se vengono fatti operare nel modo adeguato. In pratica però può essere estremamente difficile gestire su larga scala un attacco di questo tipo.
Sia l’Antrace che il Vaiolo ad esempio, dovrebbero essere aerosolizzati in modo tecnologicamente difficile, ma mentre l’antrace può essere diffuso attraverso spore (abbastanza resistenti) il ben più temibile Vaiolo si trasmette solo attraverso la conservazione in cellule vive, per cui la contaminazione non può essere gestita su vasta scala in modo agevole. I nati prima del 1970 sono comunque vaccinati e rallenterebbero comunque la diffusione di un simile attacco.
La diffusione di una epidemia non dipende solo dalle azioni del terrorista: è intimamente legata alle condizioni di nutrizione e capacità difensiva della popolazione aggredita.
È dimostrato in modo rigoroso che virus e batteri si diffondono e si amplificano dove possono farlo. Altrimenti si fermano.
Abbiamo quindi la possibilità di erigere seriamente davanti ad attacchi di questo tipo una barriera molto più efficace di qualsiasi antibiotico, e questo va fatto anche nella prospettiva di difendersi da attacchi nucleari, come vedremo nei prossimi giorni.
Tra le sostanze di valido uso, in grado di superare i problemi della antibioticoresistenza abbiamo a disposizione l’olio essenziale di melaleuca (tenerne un flacone in casa) e seguire per l’uso le indicazioni date.
A questo va aggiunta la utilizzazione di Echinacea (ad esempio 4 compresse al giorno) che ha una intensa azione di stimolo immunitario.
Di uso più specifico, da associare ai precedenti è Anthracinum 30 CH (rimedio omeopatico), di cui prendere 3 granuli 3-4 volte al giorno, anche come preventivo, in caso di presenza di Antrace tra la popolazione.
In caso di attacco batteriologico, deve essere usato stabilmente del Mercurius solubilis 30 CH nella misura di 3 granuli per almeno 2 volte al giorno, associato alle vitamine e ai minerali già descritti riferendosi alla difesa antiradiattiva.
Serve probabilmente avere a disposizione due soli tipi di antibiotici: La Ciprofloxacina presente in preparazioni come il Ciproxin da 500 mg (2 compresse al giorno) associata alle tetracicline presenti in preparazioni come il Bassado (3 capsule al giorno) per l’antrace, mentre queste ultime sono anche da sole utili nel caso di Peste.
In ambito ospedaliero il trattamento è affiancato dalla somministrazione endovenosa di streptomicina e di penicillina G. La utilizzazione degli antibiotici, non è sempre garanzia di risultato, in considerazione di quanto detto sulla antibioticoresistenza, e il loro uso dovrebbe essere affiancato dai rimedi appena indicati.
Non deve quindi esserci una enorme preoccupazione per questo tipo di attacchi, anche perchè i veri strumenti di difesa sono comunque nei nostri comportamenti. Le difficoltà operative per gestire questo tipo di attacco sono molte, e la possibilità di attacchi isolati può diventare grave per la popolazione solo se ne è facilitata la diffusione.
L’uso degli strumenti naturali o farmacologici segnalati può essere una forte barriera alla diffusione delle infezioni e una efficace salvaguardia personale.