Il paradosso del peperoncino: più chili, meno kili
“Chili”, dallo spagnolo “chile”, è il nome inglese, e soprattutto americano, del peperoncino rosso. Un nome che potrebbe tenere alla larga chi, di chili, ne deve perdere. Ma sarebbe un grave equivoco: il peperoncino, a quanto pare, aiuta a mantenere la linea.
Così suggeriscono i risultati di uno studio realizzato da un team di ricercatori australiani e pubblicato su una delle più prestigiose riviste mediche dedicate ai problemi dell’alimentazione: l’American Journal of Clinical Nutrition (KD Ahuja et al, AmJClinNutr 2006 Jul, 84(1):63-69).
La ricerca, condotta su un gruppo di 36 soggetti, ha dimostrato che un pasto ricco di peperoncino rosso abbassa i livelli di insulina e di glucosio nel sangue, contribuisce all’eliminazione (per ossidazione) dei grassi e incrementa il consumo di energia: effetti che vanno tutti nella direzione di una riduzione dell’obesità e dei problemi ad essa correlati.
I dati sono piuttosto significativi e tali da giustificare studi più approfonditi, da condurre magari su campioni più numerosi.
E’ comunque una buona notizia per chi ha la necessità di conciliare una dieta povera di grassi (e dunque di condimenti) con un palato esigente, che non si accontenta di cibi insapori. Il peperoncino è infatti saporitissimo, tanto da essere consigliabile anche per chi, come gli ipertesi, deve rinunciare al sale, o almeno ridurne drasticamente il consumo.
Noto e largamente utilizzato fin dall’antichità nell’America Centrale, e in particolare in quella zona che corrisponde all’attuale Messico, il “chile” arrivò in Europa all’inizio del Cinquecento con le navi di Cristoforo Colombo.
Anche questo è un divertente paradosso: Colombo, che credeva di raggiungere l’India da Occidente per riportarne le preziosissime spezie orientali, riportò invece dalle Nuove Indie la spezia più a buon mercato che esista, il peperoncino appunto, non per niente ribattezzato “la droga dei poveri”.
Non può certo destare meraviglia che il peperoncino abbia riscosso un immediato, trionfale successo in quelle regioni, come il Mezzogiorno d’Italia, dove da sempre le cuoche sono maestre nell’arte di compensare la povertà degli ingredienti con la forza, la varietà e la fantasia dei sapori.
Ora la scoperta delle sue virtù metaboliche promette di trasformare il peperoncino rosso da “droga dei poveri” in “droga degli snelli”. Oltre che, come da secoli, dei buongustai.
Ezio Sinigaglia
Redazione Eurosalus