I protettori gastrici facilitano le allergie
Una buona digestione riduce il rischio di sviluppare allergie e intolleranze alimentari. L’uso di antiacidi o di protettori gastrici, ormai diffusissimo, riduce l’acidità gastrica ma peggiora la digestione delle proteine alimentari, accentuando un circolo vizioso che provoca intolleranze alimentari e ulteriori fastidi digestivi. Sono necessarie soluzioni diverse.Il problema è ogni giorno più pressante.
Sono ormai innumerevoli le persone che arrivano dal medico per una valutazione clinica con problemi di tipo infiammatorio cronico, con disturbi di tipo digestivo associati a disturbi di tipo allergico, che assumono magari da anni e con costanza prodotti che inibiscono l’acidità gastrica.
Gli inibitori di pompa protonica (lansoprazolo, omeprazolo, esomeprazolo ed altri, presenti in prodotti farmaceutici come Nexium, Esopral, Lansox ecc.) e gli anti H2 (ranitidina, cimetidina presenti in Ranidil, Tagamet ecc.), sono oggi tra i prodotti farmaceutici più prescritti e più usati dalla popolazione. Come spesso si segnala, un protettore gastrico non si nega mai a nessuno…
Purtroppo i protettori gastrici hanno dimostrato nel tempo di possedere anche una serie di possibili effetti collaterali impegnativi, ma il fatto stesso che si chiamino “protettori” rende difficoltoso il riconoscimento della loro possibile azione di disturbo.
La ricercatrice austriaca Erika Jensen-Jarolim aveva fin dal 2003 dimostrato che l’impiego di antiacidi, anti H2 o inibitori di pompa protonica (cioè il classico armamentario terapeutico di tutti quelli che soffrono di reflusso o di gastrite) facilitasse la comparsa di allergia alimentare immediata o ritardata (intolleranze).
Le conferme di questo dato si sono susseguite in modo deciso nel corso di questi anni e sul numero di giugno 2008 del Journal of Allergy and Clinical Immunology la stessa ricercatrice ha riconfermato con una ulteriore ricerca che il fatto di digerire le proteine alimentari è una premessa fondamentale per evitare la comparsa di allergie alimentari.
Il lavoro scientifico austriaco (Untersmayr E, Jensen-Jarolim E, J Allergy Clin Immunol 2008 Jun;121(6):1301-8; quiz 1309-10) ribadisce in modo forte e preciso che l’impiego di queste sostanze facilita la comparsa di nuove allergie e di nuove intolleranze.
È inevitabile quindi porsi delle domande pratiche: le allergie sono in crescita esponenziale e le allergie alimentari stanno crescendo in modo spropositato tra la popolazione; i loro effetti non si limitano certo ad un po’ di gonfiore di pancia: Eurosalus ha precisato reentemente l’importanza delle allergie alimentari ritardate in fenomeni diffusi come l’artrite (di qualsiasi tipo essa sia) compresa l’artrite reumatoide.
Quanti casi di artrite oggi potrebbero essere dovuti all’inutile assunzione di protettori gastrici? E’ una domanda ben più che lecita, e richiama ogni medico, e ogni paziente consapevole alla valutazione attenta dell’uso di questi prodotti. Il riequilibrio della alimentazione e lo stesso studio delle intolleranze alimentari, possono aiutare chiunque a migliorare la funzione digestiva evitando la somministrazione di sostanze chimiche inutili. Alcuni fitoterapici e il colostro possono aiutare a guarire da disturbi gastrici importanti senza ricorrere ad alcun inibitore di pompa.
Proprio nel caso dell’artrite poi, la contemporanea somministrazione di FANS (antinfiammatori e analgesici) insieme ai protettori gastrici, si dimostra essere la causa più frequente di sviluppo di allergia all’antinfiammatorio. Il lavoro,pubblicato nel marzo del 2010 è drammaticamente preciso e chiaro (Riemer AB et al, Clin Exp Allergy. 2010Mar;40(3):486-93. Epub 2009 Oct 7), ma il vero problema è legato alla consapevolezza di questi problemi da parte delle migliaia di medici che prescrivono i protettori gastrici credendo di fare solo del bene.
La prescrizione di queste sostanze deve essere consapevole, e chi lo fa deve spiegare al paziente che li assumerà che esiste questo rischio ormai documentato e certo.
Le scelte consapevoli sono alla base della salute e del suo mantenimento nel tempo.