I farmaci per l’osteoporosi potrebbero essere dannosi! Necessaria una cauta riflessione sul loro uso
Nei pazienti “sicuramente” osteoporotici, i prodotti chiamati Bisfosfonati, come l’alendronato (in Italia Fosamax), riducono l’incidenza di fratture. Gli studi effettuati hanno però studiato la somministrazione per un tempo breve, mentre questo studio texano studia per la prima volta gli effetti della somministrazione per un tempo compreso tra i 3 e gli 8 anni.
Lo studio (Odvina CV, et al. J Clin Endocrinol Metab. 2005 Mar;90(3):1294-301. Epub 2004 Dec 14) si trova in conflitto con gli studi precedentemente pubblicati per cui l’uso dell’alendronato sembrava dare luogo solo ad effetti positivi. Non si tratta dell’unico studio in tal senso. Anche uno studio successivo (Richer E et al. Osteoporos Int. 2005 Feb 22; [Epub ahead of print] ) ha confermato con studi molto precisi che l’uso prolungato di queste sostanze comporta la perdita della elasticità dell’osso, esponendo quindi un osso magari più compatto a un maggiore rischio di frattura.
E allora che cosa deve fare una persona con l’osteoporosi? Come già più volte sostenuto, se anche l’uso di un farmaco può essere di supporto in una fase transitoria della propria vita, la terapia dell’osteoporosi deve passare attraverso cambi di comportamenti importanti: alimentazione e attività fisica devono essere modificati in accordo con una generale funzionalità dell’organismo.
I farmaci sono solo un sostegno all’organismo, e non possono compensare le scelte alimentari e comportamentali di ciascuno. È necessario talvolta capire l’equilibrio dei minerali nell’organismo, compensare l’effetto devastante dell’eccesso di sale e soprattutto cercare una alimentazione in cui i bisogni di calcio siano supportati da tutti gli alimenti che lo contengono senza limitarsi al solo yogurt del mattino!