I cuccioli di Panda come manuale di sopravvivenza
Ai genitori del panda piaceva la carne, è questa la conclusione dell’equipe di ricercatori cinesi del Bejing Genomics Institute al termine del lavoro che ha permesso di sequenziare l’intero genoma di una femmina di panda.
Dalla lettura del suo codice genetico si è scoperto che questo animale ha un repertorio genetico tipico di un carnivoro, dal momento che presenta nel suo DNA molte sequenze che codificano per enzimi digestivi capaci di scindere le proteine animali, e non ne ha invece per degradare la cellulosa dei vegetali.
Il panda di oggi, che nonostante il recente “baby-boom” è ancora considerato a forte rischio di estinzione, è invece vegetariano, e si nutre esclusivamente di bambù grazie al fatto che nel suo stomaco si è sviluppata una flora microbica specifica per la digestione di questa pianta.
In virtù delle sue caratteristiche filogenetiche, però, il panda è stato collocato nell’Ordine dei Carnivori, famiglia degli Ursidi, e si è iniziato a lavorare a dei test legati ad un’eventuale reintroduzione delle proteine animali nella sua dieta.
La conclusione entusiasmante sta nel fatto che il genoma di panda sequenziato sembra contenere un’altissima variabilità genetica (doppia rispetto a quella dell’uomo!), grazie alla quale appunto gli è stato possibile preservare la propria specie, modificando profondamente il suo regime alimentare.
In altre parole i suoi progenitori erano individui molto diversi, ma in grado di trasmettere caratteristiche genetiche talmente variegate da aver permesso al panda di fronteggiare radicali cambiamenti ambientali nell’arco della sua storia, e un punto decisivo di questo procedimento è stato proprio il cambio di alimentazione!
Chissà che l’evoluzione del più tenero degli orsacchiotti (non a caso simbolo del WWF) non possa essere spunto per qualche utile ed opportuna riflessione alimentare ed ecologica per noi (meno teneri) umani??
di Mila Speciani