Gravi rischi dalla soia OGM. In pericolo i nascituri delle madri che se ne nutrono
Gli agghiaccianti risultati di una ricerca effettuata in Russia dalla dottoressa Irina Ermakova, biologa che dirige un istituto della Accademia Russa delle Scienze, stanno creando una motivata apprensione in tutto il mondo scientifico e sconcerto nel pubblico.
Nel corso di un convegno tenutosi il 10 ottobre sulle modificazioni genetiche, la dottoressa ha mostrato i risultati di un esperimento molto semplice ma dai risultati molto preoccupanti.
Tre diversi gruppi di topoline sono stati nutriti con il solito mangime (gruppo di controllo) con soia naturale oppure con soia transgenica (tipo Roundup). La diversa alimentazione è iniziata 20 giorni prima del concepimento, ed è continuata poi durante tutta la gravidanza e durante l’allattamento dei piccoli nati.
La prima sorpesa alla nascita: il gruppo dei topolini nati da madri che mangiavano soia geneticamente modificata era il 20% più piccolo del corrispondente gruppo di topi nati da madri che mangiavano normalmente (vedi foto).
Ma il dato più preoccupante è quello della mortalità infantile, che nei topolini normali è circa del 7-10% dopo 3 settimane dalla nascita. Il gruppo nato da madri nutrite OGM ha presentato invece una mortalità del 56%. 25 topolini su 45 sono morti prima del raggiungimento delle 3 settimane di vita.
La notizia segnalata dal sito di controinformazione di Sepp Hasslberger e evidente sulla agenzia di informazioni moscovita “Regnum” è stata comunque ripresa subito da diverse agenzie internazionali e ha portato l’Accademia Americana di Medicina Ambientale a formulare una risoluzione in cui si chiede all’Istituto Nazionale per la Salute di riproporre immediatamente esperimenti su larga scala per verificare la consistenza di questi gravi eventi.
I rischi possibili derivati dagli organismi geneticamente modificati sono ben noti ad Eurosalus, che ne ha parlato in diverse occasioni (leggi qui), ma soprattutto preoccupa il silenzio che aleggia intorno alla comunicazione scientifica, soprattutto se viene toccato un tema così importante per la gestione economica dei progetti sugli OGM.
È ovvio che questo esperimento dovrà essere ripetuto in condizioni più controllate e su scala più vasta, ma resta la preoccupazione viva per il fatto che di recente una serie di disposizioni governative anche italiane hanno iniziato ad abbassare la guardia sulla possibilità di contaminazione tra OGM e OGM free nelle coltivazioni.
Raccomandiamo a tutti i lettori di Eurosalus una cauta attenzione nell’uso di prodotti industriali, nei quali la soia OGM può essere ben presente come grasso vegetale idrogenato, e soprattutto di preferire sempre, ove possibile, cibi di provenienza biologica, per meglio salvaguardare la propria salute.