Grassi, ma ben nascosti: quando due crackers di meno al giorno ti regalano due anni di vita in più
I grassi vegetali idrogenati sono molto dannosi alla salute. Uno studio pubblicato qualche anno fa sull’autorevole rivista medica britannica Lancet (Oomen CM et al, Lancet 2001 Mar 10;357(9258):746-51) ha concluso che una riduzione di appena il 2,4% dei grassi idrogenati riduce del 25% il rischio di patologie coronariche.
Un rapporto di 1 a 10 tra limitazione del consumo e abbattimento del rischio è qualcosa di enorme: sarebbe ben arduo ipotizzare ad esempio che, riducendo del 2,4% il consumo di sigarette (da 40 a 39 al giorno), si possa ottenere un abbattimento del 25% del rischio di cancro al polmone.
Verrebbe dunque da dire: occhio ai grassi idrogenati! Ma non possiamo dirlo per una semplicissima ragione: l’occhio non riuscirebbe mai a trovarli.
I grassi idrogenati o i grassi trans idrogenati sono nascosti alla vista anche dei più esperti detective alimentari.
La legge (quella europea come quella italiana) non obbliga infatti i produttori a indicare sulla confezione del prodotto la presenza di queste sostanze nocive, come sottolinea un recente allarmato articolo pubblicato da un gruppo di ricercatori dell’università di Oxford. Come fare allora per evitarle?
In quantità molto modeste questi grassi “trans” sono presenti nei latticini e nella carne, ma il vero pericolo è rappresentato da quei prodotti che contengono (in dosi ben più cospicue) grassi ottenuti per idrogenazione parziale, utilizzati ad un unico scopo: prolungare la durata del prodotto e, quindi, la sua data di scadenza.
Sono perciò presenti in misura spesso massiccia nella margarina e in biscotti, crackers, merendine, minestre in busta e fast food. Finché la nostra legislazione (come già quella danese) non ne renderà obbligatoria la menzione sulla confezione o in etichetta, sarà bene dunque astenersi da un eccessivo consumo di tutti questi alimenti. Una ricerca recentissima, pubblicata dal British Journal of Nutrition (Skeaff CM et al, Br J Nutr 2006 Aug;96(2):377-83) evidenzia l’alterazione di questi grassi nel sangue per il semplice consumo casalingo di margarina
Ricordiamoci per altro non hanno alcun valore nutritivo: sono, per il consumatore, del tutto superflui, rappresentano solo un carico di calorie ingrassanti, completamente prive di altri valori, e rinunciarvi non comporta altro che vantaggi.