Grandi gruppi alimentari per spiegare l’infiammazione da cibo
Per ridurre l’infiammazione da cibo è importante considerare due aspetti fondamentali.
Prima di tutto l’obiettivo deve essere quello di recuperare la tolleranza attraverso una dieta di rotazione che rispecchi in tutto e per tutto lo svezzamento infantile.
In secondo luogo bisogna uscire da una logica di singolo alimento e, quando si interpreta un test per la diagnosi delle reattività alimentari e la definizione di un proprio personale profilo alimentare, è importante ragionare raggruppando gli alimenti in grandi famiglie.
Se una persona dovesse risultare reattiva al latte, allo yogurt e al burro è probabilmente più sensibile a tutta la famiglia dei latticini e di conseguenza nei giorni di dieta farà attenzione anche al formaggio, alla panna o alla brioche del bar preparata probabilmente con burro e latte.
Per gli italiani queste famiglie di cibi corrispondono ai grandi gruppi alimentari di frumento, latte e latticini, lieviti e prodotti fermentati, nichel e salicilati naturali.
Se questo è vero più in generale anche per la popolazione mittleleuropea non lo è altrettanto se ci spostiamo a Oriente: in Cina e in Giappone i grandi gruppi alimentari riflettono il pattern alimentare tipico di questi paesi e di conseguenza è più probabile trovare una reattività per i grandi gruppi alimentari di riso, che è il cereale di riferimento, pesce e soia, di cui fanno un maggior consumo, e anche in questo caso i due grandi gruppi alimentari di lieviti e nichel.
Può sembrare una questione puramente tecnica, ma in realtà dietro questo concetto si nasconde la potenzialità di un test e di chi lo interpreta di lavorare per ridurre realmente l’infiammazione da cibo.
Questa modalità di pensiero riflette il modo di ragionare del sistema immunitario, che grazie alle immunoglobuline IgG riconosce un alimento con una buona affinità, ma senza un’assoluta specificità, come se riconoscesse una sorta di nuvola antigenica intorno a un alimento.
Il sistema immunitario a colpo d’occhio riconosce una similitudine tra latte, yogurt, burro, formaggio, panna ecc. stimolando la produzione di citochine infiammatorie simili per ogni alimento qui elencato se si ha una reattività nel confronti del latte.