Fermi tutti, abbiamo scherzato. Negli USA ripensamenti sul mais biotecnologico
Dopo l’immissione sul mercato americano e soprattutto europeo di una enorme quantità di soia e di mais transgenici, garantiti privi di ogni possibile effetto collaterale, qualcuno ci ripensa.
L’EPA (Environmental Protection Agency), l’ente americano che si occupa di proteggere l’ambiente, dopo avere concesso negli anni scorsi un uso molto libero di questi prodotti, chiede ora tempo per rinnovare le licenze di distribuzione.
Alcune ricerche segnalano infatti che il mais transgenico arreca danni notevoli ad una farfalla (Monarch) che fino a poco tempo fa viveva invece serenamente nei campi di mais. I “cromosomi pesticidi” geneticamente introdotti nel mais, uccidono anche delle innocue farfalle, e ne mettono in pericolo la sopravvivenza di specie. Ma come, si dice, non si era così certi che nulla poteva accadere?
Probabilmente la morte di tutte le farfalle Monarch non cambierà i destini dell’umanità, ma si è aperta una crepa profonda nella convinzione, così propagandata, che la scienza sappia controllare “perfettamente” i geni che distribuisce qui e là. In un rapporto rilasciato il 15 marzo l’EPA segnala invece i suoi dubbi al rinnovo delle licenze per alcune linee di mais e di cotone, dichiarando che sono necessari altri studi e altre ricerche, da valutare con estrema cautela.
Proprio nei mesi scorsi, negli USA alcuni tipi di mais transgenico per uso animale sono finiti nei Tacos della Kraft e in alcuni cereali da prima colazione della Kellogg’s, prontamente ritirati dal commercio. La differenza fondamentale sta nel fatto che mentre ieri tutti dicevano che non c’erano rischi di allergie e non c’erano rischi di alcun tipo, oggi si sospetta una forte componente allergizzante di questi prodotti, e l’EPA vuole approfondire la sua conoscenza anche su questi aspetti.
Da una recente intervista della CNN a Val Giddings, vice presidente della Organizzazione Industria Biotecnologica, si capisce che la linea di difesa è ora arretrata. Se infatti un anno fa i difensori dei cibi geneticamente modificati sancivano la loro totale innocuità, tacciando di scarsa scientificità coloro che ponevano dei dubbi alle loro certezze, oggi sostengono che non si può pensare che i cibi biotecnologici abbiano uno standard di rischio pari a zero!!
Per Giddings, dobbiamo serenamente accettare questi livelli di rischio, perché anche il latte e le uova o le noccioline possono dare allergia, ma non per questo vengono tolte dal mercato.
Sembra una storia già scritta: se non si modificherà la logica, tra pochi mesi ci sentiremo dire che chi muore per allergia a cibi geneticamente modificati non dichiarati in etichetta (come tuttora si vorrebbe fare) è solo una persona che ostacola il cammino della scienza ideale. Forse era meglio tenersi le noccioline.