Difendersi dallo Iodio radioattivo: sicurezza dello Ioduro di Potassio
In questi giorni sulla pagina pubblica Facebook di Attilio Speciani sono state postate le considerazioni più strane: è stato riportato il parere di farmacisti che indicavano la pericolosità dello Ioduro di Potassio e addirittura di medici che mettevano in guardia contro il suo utilizzo; talvolta appariva chiaro che molti sanitari non avessero la più pallida idea della possibilità di prevenire la contaminazione dello Iodio radioattivo in modo semplice e sicuro.
Singolare che pochi dessero suggerimenti seri sulla pericolosità dello stesso Iodio radioattivo e della contaminazione ambientale già in atto (per ora a livelli controllati). Contro la radioattività non si può fare molto, ma almeno una azione preventiva contro i danni alla tiroide può essere fatta con sicurezza e con pieno rispetto delle indicazioni scientifiche. Noi di Eurosalus abbiamo anche iniziato a fornire indicazioni anche sulle prossime necessarie azioni di controllo che saranno forse necessarie sulla scelta dei cibi. Per questo segnaliamo oggi alcuni elementi sulla sicurezza d’uso dello Ioduro di Potassio (KI), ad impedire ulteriore divulgazione di notizie che possano generare confusione.
Iodio 131
Il problema derivante da questa sostanza è legato alla sua rapidità di assorbimento e alla sua immediata concentrazione nella tiroide: è assolutamente inutile effettuare qualsiasi tentativo di “arresto” dello iodio 131 se si è già stati esposti per più di 6 ore al radionuclide (e in genere prima si è esposti e poi lo si sa), quindi è indispensabile in questa situazione attuale tenere un quantitativo di prodotto.
Nel “fortunato caso” in cui, come ora, lo si possa sapere in anticipo, si cercherà di fornire alla tiroide lo iodio sufficiente a “rifornirla” di Iodio sano per un paio di mesi, in modo che non debba assorbire lo iodio 131 che è presente nell’ambiente.
Si potrà utilizzare una soluzione satura di ioduro di Potassio al 50% in acqua, somministrandolo per via orale, mischiati ad un poco di acqua, per soli 3 giorni i seguenti dosaggi:
- bambini da 0 a 2 anni, 1 (ripeto una) goccia al giorno
- bambini da 2 a 6 anni, 2 (ripeto due) gocce al giorno
- bambini da 6 a 12 anni, 2 gocce al mattino e 2 gocce a sera
- maggiori di 12 anni, 3 gocce al mattino e 3 gocce a sera
Il trattamento deve essere attuato per soli tre giorni ed esclusivamente con questi dosaggi, e deve essere comunque sottoposto alla valutazione, se possibile, del proprio medico. In caso di prolungato arrivo di Radionuclidi iodati, la scelta di proseguire con il trattamento per più giorni sarà tempestivamente comunicata.
La ricetta che ogni medico deve formulare sul proprio ricettario è la seguente:
Soluzione satura di Ioduro di Potassio in acqua al 50% , 1 flacone da 30 mL (con 1 flaconcino contagocce da 30 ml si copre il bisogno di 30 adulti).
Il dosaggio previsto con questo trattamento è di 19 mg di Iodio per goccia di prodotto. In caso di ricerca di forme alternative di preparazioni di Iodio leggere l’articolo indicato.
Si tratta di un prodotto che ogni farmacia italiana dovrebbe essere obbligata ad avere, dal costo (in termini di materia prima) ridottissimo, che ha però tecnicamente bisogno di una prescrizione medica per essere preparato dal farmacista.
Nella preparazione così impostata una goccia di preparato contiene circa 19 mg (milligrammi) di Iodio. Per un adulto che effettui un trattamento completo si parla quindi di introdurre nell’organismo 228 o 342 mg di Iodio complessivamente effettuando il trattamento per 2 o per tre giorni rispettivamente.
La sicurezza di questo prodotto a bassi dosaggi non si discute. Una serie di lavori recenti ha usato come base per il trattamento il dosaggio di 200 gamma di Iodio da utilizzare per tutta la durata della gravidanza e fino a 6 mesi dopo (quindi ogni giorno 200 mcg per ogni giorno dei 9 mesi di una gravidanza e oltre) come dosaggio di tipo sostitutivo, ottenendo degli ottimi effetti generali e anzi dei migliori effetti complessivi sui bambini nati dalle mamme trattate.
Un lavoro pubblicato nel 2002 dal gruppo del professor Pinchera di Pisa confermava ad esempio la totale assenza di effetti collaterali sia per la funzione tiroidea che per altri aspetti medici generali, sia per le mamme sia per i bambini per un dosaggio quotidiano di 200 mcg prolungato nel tempo (Antonangeli L et al, Eur J Endocrinol. 2002 Jul;147(1):29-34).
Un lavoro più recente, pubblicato nel 2009 da un gruppo di ricerca spagnolo, ha invece confermato che l’assunzione giornaliera di 300 mcg di Ioduro di Potassio nel primo trimestre di gravidanza non ha dato alcun effetto collaterale a mamma e bambino migliorando invece alcuni aspetti nei bambini neonati (probabilmente perché nel campione di donne c’era qualche ipotiroidea non riconosciuta che ha tratto benefici dalla assunzione di Iodio). (Velasco I et al, J Clin Endocrinol Metab. 2009 Sep;94(9):3234-41. Epub 2009 Jun 30).
L’utilizzo invece di un dosaggio più elevato, come quello per la difesa dalla radioattività, richiede una utilizzazione per soli due giorni o per soli tre giorni in relazione alla situazione generale di contaminazione.
Ricordo che in caso di allattamento la somministrazione va fatta sia alla mamma sia al bambino.
Controindicazioni e avvertenze
Ipotiroidei in trattamento con Levotiroxina (Eutirox ed altri) sono già parzialmente tutelati, perché la funzione di accumulo dello Iodio da parte della tiroide è già di per sé inibita o ridotta. Possono usare lo stesso dosaggio indicato senza problemi.
Ipertiroidei in trattamento (Tapazole) potrebbero dimezzare il dosaggiodi Ioduro di potassio, in modo da ridurre eventuali stimoli metabolici aggiuntivi.
Soggetti allergici allo iodio (ad esempio con reazioni già documentate a mezzi iodati usati per effettuare indagini radiologiche) non devono utilizzare il prodotto se non sotto stretto controllo medico (questa è l’unica vera controindicazione).
Teniamo a segnalare che chiunque sia abituato a fare dei gargarismi con acqua e tintura di Iodio, in modo inconsapevole assorbe un dosaggio di Iodio maggiore di quello indicato a bassa dose senza controeffetti di alcun genere.
Antiossidanti di protezione
Abbiamo quindi da stare preparati con la giusta attenzione. I pericoli per oggi, oltre a quelli legati allo Iodio radioattivo sono quelli del Cesio 137 e dello Stronzio 90 che ricadranno sulle nostre tavole comunque, speriamo nella misura più lieve possibile, ma che sono comunque ormai nell’atmosfera e resteranno radioattivi per decine di anni. Come già detto nell’articolo su Cesio ci sono alcuni antiossidanti di base che meritano di essere attivati fin da oggi. Non servono solo per difenderci dalle radiazioni. Hanno una valenza di protezione elevata nei confronti di tutte le malattie degenerative, ma ci aiutano già ora a affrontare in anticipo l’eventuale arrivo dello Iodio 131 e il certo arrivo (speriamo in misura ridotta) di Cesio e di Stronzio.
Deve essere incrementato l’uso dello Zinco, minerale “riparatore” e stimolatore del sistema immunitario, attraverso l’uso quotidiano di preparati che lo contengono (ad esempio Oximix 2+), affiancandolo all’impiego di altri antiossidanti come Cellfood, Antiossidanti solforati e all’uso abbondante di Vitamina C (Ester-C, Selenio Vitamina C).
Sempre che non siano contaminate esse stesse, le varie crocifere (come il cavolo e la verza) stimolano l’aumento del livello di Glutatione, che rappresenta uno dei più validi “spazzini” dei radicali liberi. Presenti sul mercato alcuni integratori che ne garantiscono un ottimo apporto come Fito-Geno Broccoli o altri antiossidanti solforati.