Crema di fave
Per realizzare questa crema ho utilizzato le fave in scatola cotte al vapore (310 g), che hanno l’indubbio vantaggio di essere già belle pronte, solo da frullare.
Per chi desiderasse invece usare il metodo tradizionale può utilizzare le fave secche (250 g).
In tal caso già il nome ci fa capire che, per cucinarle, è necessario metterle in acqua e lasciarcele per almeno 12 ore.
Finito il tempo di reidratazione sono pronte per essere cotte, in acqua fredda con qualche aroma come l’alloro per circa 2 ore, a fuoco dolce.
Una volta cotte, vanno scolate e qui il procedimento diventa comune a quello delle fave in scatola.
Io ho frullato le fave aggiungendo una cipolla rossa cruda.
Per dire la verità, non avendola fresca, ne ho utilizzato una scongelata al microonde.
Per rendere la preparazione più cremosa, ho aggiunto un po’ di acqua di conservazione e sempre frullando ho unito anche mezzo bicchier di olio d’oliva e 1/2 limone spremuto.
Per finire, due cucchiai di salsa tahini o se preferite una preparazione più delicata utilizzate la crema di mandorle o la panna liquida.
Come potete vedere dalla foto, una parte di crema l’ho utilizzata per creare dei crostini, mentre un’altra l’ho proposta come vellutata da assaporare al cucchiaio.
In questo ultimo caso ho tenuto la preparazione più morbida, aggiungendo più liquido di conservazione (nel caso delle fave secche invece si può usare l’acqua di cottura).
Infiammazione da profilo alimentare
Frumento: via libera.
Latte e derivati: non usate la panna.
Lieviti: via libera.
Nichel: le fave ne contengono poco quindi sono utilizzabili, dipende dal grado di reazione individuale.