Cocktail da discoteca: vitamine e magnesio contro i danni da rumore
La natura continua a prendersi clamorose rivincite contro le case farmaceutiche. Peccato che i mezzi di comunicazione non siano altrettanto solleciti nel segnalarne i trionfi quanto si dimostrano entusiasti nel propagandare le campagne di diffamazione lanciate dal business di Big Pharma.
Come si sa, e come Eurosalus ha evidenziato anche di recente, le grandi lobbies del settore farmaceutico stanno andando all’assalto di tutto ciò che è reperibile in natura e, pertanto, non brevettabile: vitamine, sali minerali, integratori alimentari e, addirittura, diete. E le informazioni distorte e irresponsabili che esse diffondono sono riprese con larga evidenza da giornali e TV.
Intanto la ricerca scientifica seria va avanti per la sua strada, anche se ignorata dai mass-media. E scopre ogni giorno nuove ragioni per consigliare diete ricche di vitamine e sali minerali.
Un ultimo esempio ci viene da uno studio condotto dall’Istituto di ricerche sull’udito dell’Università del Michigan e pubblicato sulla rivista Free Radical Biology & Medicine (CG Le Prell et al, Free Radical Biomed 2007 May 1, 42:1454-1463), che dimostra l’efficacia degli antiossidanti nel limitare i danni cellulari provocati nell’orecchio interno dall’esposizione a rumori eccessivi.
L’indebolimento dell’udito a causa di danni da rumore sta diventando un vero e proprio problema sociale negli Stati Uniti e in molte altre economie avanzate. La minaccia è duplice: da una parte è lagata alla rumorosità costante e a tratti insopportabile dei nostri centri urbani, dall’altra all’abitudine delle nuove generazioni di ascoltare musica a tutto volume, in ambienti assordanti come le discoteche o direttamente dalle cuffie dell’iPod.
Questo crescente rischio di sordità cui l’uomo occidentale è esposto ben prima dell’età canonica è un fenomeno a tutti noto. Meno noti sono i meccanismi biochimici e cellulari che provocano il danno.
Rumori molto forti (superiori agli 85 decibel: il traffico stradale raggiunge tranquillamente i 90, un concerto di musica rock può toccare i 110) stimolano i tessuti dell’orecchio a rilasciare radicali liberi, composti altamente ossidanti, che possono danneggiare in modo irreperabile le cellule uditive. Ogni “sessione” di frastuono uccide un certo numero di cellule e, a lungo andare, non ne restano più a sufficienza per assicurare un buon livello di sensibilità ai suoni. Non per niente ci sono rumori che si chiamano “assordanti”.
I ricercatori sono partiti dal presupposto che, se l’indebolimento dell’udito è un effetto dell’ossidazione, gli antiossidanti possono annullarlo o almeno attenuarlo. Il loro esperimento, condotto su cavie da laboratorio, ha dimostrato la fondatezza di questa tesi.
A una parte degli animali è stato somministrato un cocktail di antiossidanti (vitamine A, C e E, più magnesio) in dosi massicce per cinque giorni. A partire da un’ora dopo l’inizio del trattamento tutti gli animali (trattati e non) sono stati esposti per cinque ore a un rumore molto violento (120 decibel).
Cinque giorni dopo la fine del trattamento, si è potuto verificare che tutte le cavie avevano subito qualche danno cellulare, con conseguente indebolimento dell’udito, ma anche che questi danni erano “drammaticamente” più gravi negli animali che non avevano ingerito il cocktail di antiossidanti che in quelli trattati.
Si attende naturalmente di sapere se gli effetti del cocktail vitamine + magnesio siano altrettanto spettacolari sull’uomo. Ma di una cosa si può esser certi fin d’ora: le case farmaceutiche faranno orecchio da mercante.
di Ezio Sinigagli