Chi corre campa cent’anni
È durato la bellezza di 21 anni lo studio pubblicato dalla rivista Archives of Internal Medicine sulla salute di chi pratica la corsa dai 50 anni in su, ma ne è valsa la pena. I risultati sono sorprendenti persino per chi, come Eurosalus, ha sempre sostenuto la validità di un’attività fisica costante, soprattutto quando non si è più giovanissimi (Chakravarty EF et al, Arch Intern Med 2008 Aug 11;168(15):1638-46).
Analizzando, attraverso questionari annuali, un campione di oltre 500 sportivi (iscritti a running club) e un altro di altrettante persone che non praticavano nessuno sport, tutti sani e cinquantenni all’epoca dell’avvio dello studio (1984), è emerso chiaramente che le condizione di salute di chi ha fatto jogging sono state le migliori sotto tutti i profili. Un dato per tutti: alla fine dello studio il tasso di mortalità tra i corridori è stato del 15% contro il 34% dei sedentari.
I ricercatori statunitensi hanno inoltre rilevato che l’attività fisica regolare ha ritardato i primi segni di disabilità fisica di almeno 16 anni e rallentato lo sviluppo di malattie cardiovascolari, neurologiche e tumorali, persino nei casi in cui lo sport è rimasto circoscritto a un breve periodo della propria vita.
E visto che alla fine dell’estate tutti tornano al proprio “presente”, fatto di studio e lavoro, perché non pensare anche al proprio futuro e trovare mezz’ora al giorno per correre? Sembra proprio che ne valga la pena…