Aspirina a basse dosi: conferma di sicurezza
L’assunzione di aspirina a bassa dose modula o regola un aspetto importante della salute, per questo il suo uso è sempre più diffuso tra gli anziani con patologie cardiovascolari.
Proprio questa diffusione ampia ha spinto un gruppo di ricercatori israeliani (Spektor S et al., Low-dose aspirin prophylaxis and risk of intracranial hemorrhage in patients older than 60 years of age with mild or moderate head injury: A prospective study, J Neurosurg, 2003 Oct; 99:661-5) a indagare se i soggetti che ne fanno uso siano maggiormente esposti al rischio di emorragia cerebrale in caso di trauma cranico.
In questo senso, l’azione dell’aspirina può essere tranquillamente assimilata anche ad alcuni altri anticoagulanti lievi, con un’azione aspirin-like, come ad esempio il pesce, la ginkgo biloba, o l’iperico.
Il risultato ottenuto è stato rassicurante: chi utilizza a scopo profilattico questi farmaci, aspirina o sostanze aspirino-simili dall’azione ancora più lieve come quelli appena citati (capaci talvolta di facilitare il sanguinamento) non corre un rischio maggiore, in caso di caduta, di andare incontro a un’emorragia cerebrale. Per le basse dosi di aspirina usate in ambito cardiovascolare oppure come antiaggregante piastrinico si ha dunque un’azione protettiva, ma non una rovinosa azione facilitante l’emorragia.
Benché dallo studio siano stati esclusi i pazienti con traumi importanti, infatti non è stata evidenziata nessuna differenza significativa rispetto al rischio di emorragia cerebrale tra chi faceva uso di aspirina a bassa dose per problemi di tipo cardiovascolare e chi invece non ne faceva assolutamente uso.
Staff Eurosalus