Arsenico (As)
Le fonti di contaminazione per l’uomo sono fondamentalmente quelle di tipo alimentare: pesci e molluschi, pollame (mangimi industriali), verdure trattate con antiparassitari (piombo arseniato), aria e acque in generale inquinate.
In parte l’arsenico pare essere un elemento essenziale, anche se in piccolissima quantità; si accumula negli organi filtro (fegato, rene), nella milza, nel tessuto nervoso, e ha particolare attitudine a legarsi con lo Zolfo. Poiché il capello è formato in larga misura da zolfo il suo valore al mineralogramma è un buon indice della presenza di arsenico nei tessuti. È assorbito a livello intestinale ed escreto con estrema lentezza: questo spiega l’effetto tossico per progressivo accumulo.
Dipendono dalla quantità e dal tempo di ingestione. Si può avere l’avvelenamento acuto, con sintomi gastroenterici e renali: si tratta di un evento grave, anche mortale.
L’avvelenamento cronico determina lesioni cutanee (indurimento e macchie sulla pelle, edemi e gonfiori alle palpebre e alle caviglie, bruciori e perdita dei capelli).
Nell’intossicazione cronica i sintomi sono molto sfumati e soprattutto possono essere attribuiti ad altre cause (irritabilità e depressione, dermatiti esfoliative, polineuriti, epatite tossica o cancro a carico delle mucose).
L’arsenico in generale blocca il funzionamento dei sistemi enzimatici e provoca la rottura dei cromosomi.
La prevenzione risiede nel controllo delle forme di inquinamento ambientale.
Nelle situazioni di avvelenamento è importante il riconoscimento, l’immediata diagnosi e il tempestivo intervento terapeutico con farmaci adatti (BAL). L’accumulo cronico di arsenico, comunque raro, non è facilmente trattabile e si avvale di alti dosaggi di vitamina E e Selenio.