Meteorismo, pancia gonfia, enzimi e cellulite
La pancia gonfia (o meteorismo addominale) è un disturbo molto comune. Sono davvero tante le persone che segnalano di svegliarsi al mattino con la pancia quasi piatta e di dovere allentare cinture o gonne nel corso della giornata anche mangiando poco.
Se poi andiamo a discutere di disturbi più precisi, come la sindrome del colon irritabile in cui è comunque presente la pancia gonfia, è utile segnalare che riguarda (dati europei del 2016) il 12% delle visite dal medico di medicina generale e il 28% delle visite dallo specialista gastroenterologo. Un numero davvero grande.
Per anni si è discusso di questo problema come se fosse legato solo all’eccesso alimentare, all’uso eccessivo di legumi o allo stato ansioso. Poi si è capito che questi motivi sono causa solo occasionale di meteorismo e gonfiore, mentre un problema di gonfiore persistente è legato molto di più ad uno stato infiammatorio intestinale o ad una carenza digestiva enzimatica. Tutte tematiche che possono essere diagnosticate e curate.
L’infiammazione dovuta alla ripetuta assunzione di gruppi alimentari o al loro eccesso è una conoscenza degli ultimi anni che spiega come si possano determinare specifiche malattie acute o favorire lo sviluppo di malattie croniche e degenerative su base nutrizionale. Si possono oggi definire i profili individuali alimentari e diagnosticare i livelli di infiammazione e di glicazione per mettere in atto la miglior prevenzione e terapia nutrizionale di un grande numero di malattie.
Si sono nel tempo gettate le basi per capire che la conoscenza del proprio profilo alimentare personale (test GEK Lab) consente di applicare finalmente una vera Medicina di Precisione applicando poi una Nutrizione Personalizzata ad ogni situazione.
La nutrizione, così personalizzata, è in grado di attivare processi difensivi di controllo dell’infiammazione sistemica e della glicazione e di prevenire attivamente molte malattie croniche, ridando ad ogni paziente la percezione di “tenere le redini in mano” e di contribuire fattivamente al proprio benessere e non solo di essere in balìa della casualità.
Questi disturbi dipendono anche dal fatto che la digestione non è in grado di completare il suo processo e nel tratto digestivo restavano evidentemente pezzetti di cibo non completamente digerito che rappresentano per quella persona degli stimoli infiammatori. In quel caso, l’uso di enzimi digestivi fa parte delle prescrizioni e dei suggerimenti che nel centro SMA in cui lavoro utilizziamo in gran parte dei nostri percorsi terapeutici.
Questo può avvenire anche quando si usano i protettori gastrici. Infatti, con l’impiego di protettori gastrici che inibiscono gran parte dei processi digestivi, si possono manifestare reazioni allergiche o infiammatorie inaspettate e l’impiego degli enzimi digestivi può diventare indispensabile (ad esempio con Enzitox da usare prima dei tre pasti).
Per questo motivo, quando si identifica una condizione di infiammazione dovuta a zuccheri o ad alimenti (attraverso il test PerMè o altri) e si imposta una corretta dieta di rotazione per il recupero del rapporto fisiologico con l’alimentazione, il supporto enzimatico può essere di forte appoggio per velocizzare e aiutare i processi di guarigione.
La scelta dell’uso di alcuni enzimi nella pratica clinica può migliorare la digestione completa degli alimenti introdotti nell’organismo o affiancarsi ad una dieta già corretta per controllare, ad esempio, la possibile contaminazione da glutine (enzimi specifici per il glutine).
La comprensione di questi meccanismi aiuta a capire perché l’assunzione di un mix di enzimi che aiutano la digestione delle varie componenti alimentari riduce in modo significativo i fastidi dovuti alla introduzione di glutine nelle persone che soffrono di sensibilità al glutine non celiaca. Mal di testa, colite e disturbi della evacuazione migliorano se il glutine è più “digerito” come confermato da uno studio giapponese pubblicato nel settembre 2018 (Ido H et al, Clin Transl Gastroenterol. 2018 Sep 19;9(9):181. doi: 10.1038/s41424-018-0052-1).
Le scelte alimentari che possono aiutare a trattare il meteorismo sono descritte molto bene nell’articolo della dr.ssa Marina Rossi “Meteorismo, cosa consiglia la nutrizionista” e in quello della dr.ssa Flavia Lucca “Cattiva digestione: quattro trucchi per ritrovare il benessere”.
La sorprendente considerazione, che diventa spesso di attualità nella fase pre-estiva, quando si pensa anche alla “prova costume” è che l’infiammazione da alimenti o quella dovuta agli zuccheri facilitano l’aumento dell’acqua extracellulare, o in parole più semplici, l’accumulo di liquidi nei tessuti. Unire gli effetti della infiammazione sul trattenimento di liquidi a quelli della glicazione sul rallentamento del metabolismo e sull’accumulo di massa grassa porta all’aggravamento anche della cellulite.
Questo significa che per combattere la cellulite può anche essere utile un trattamento locale, ma mantenere attive le cause alimentari della infiammazione persistente dovuta ad alimenti e zuccheri, equivale a cercare di spegnere un incendio lasciando aperta una condotta di gas o di benzina che lo alimenta…
Si tratta di intervenire su tutti i fenomeni dovuti alla infiammazione alimentare, personalizzando la propria alimentazione, facendo la giusta attività fisica e usando ove necessario gli enzimi più utili, ricordando che le vecchie maestre, zie e nonne, che chiedevano ai bambini di masticare a lungo gli alimenti perché “la prima digestione avviene in bocca”, avevano ragione da vendere…