La Mindfulness come strumento utile per i Disturbi del Comportamento Alimentare (e non solo!)
Jon Kabat Zinn descrive la mindfulness come “la consapevolezza che emerge attraverso il prestare attenzione, momento per momento, nel qui e ora, intenzionalmente e in modo non giudicante, alla propria esperienza”. Cosa c’entra la mindfulness con i disturbi del comportamento alimentare?
C’entra eccome. Sono ormai numerosi gli studi che hanno dimostrato l’effetto positivo di interventi basati sulla mindfulness in numerosi disturbi psicologici legati all’alimentazione, come ad esempio Anoressia Nervosa, Bulimia, Binge Eating (Kristeller et al., 2006; Wanden-Berghe et al., 2010; Turgon et al., 2019).
Vediamo insieme alcuni esempi di come questo approccio possa essere di aiuto.
Una delle caratteristiche di chi soffre di Disturbi Alimentari è la difficoltà nella regolazione delle proprie emozioni; la mindfulness può renderci maggiormente abili nel riconoscere ciò che proviamo, assumendo una prospettiva “accogliente” nei suoi confronti.
Inoltre, le persone che vivono un Disturbo Alimentare sperimentano costantemente rimuginii e preoccupazioni, lasciandosi facilmente “agganciare” da pensieri del proprio passato o del proprio futuro (ad esempio “Non dovevo mangiare la torta questa mattina”). La mindfulness allena la capacità di stare nel momento presente, ovvero, ci aiuta a notare i nostri pensieri, che vagano tra passato e futuro, e ci permette di focalizzare più serenamente la nostra attenzione sul presente.
Infine, chi soffre di Disturbo Alimentare può avere la tendenza a notare i minimi cambiamenti del proprio corpo con giudizio e senso di inadeguatezza; essere consapevoli del nostro corpo va benissimo ma possiamo imparare a farlo osservandolo senza puntare il dito e senza allerta, grazie proprio alla mindfulness.
È bene aggiungere che la mindfulness può avere molti benefici anche in chi non soffre di Disturbo Alimentare. Alzi la mano chi consuma i propri pasti ponendo attenzione, momento per momento, a ciò che sta masticando, gustando, deglutendo e a quali emozioni percepisce mentre fa tutto questo… Per chi di voi non ha alzato la mano ho una buona notizia: la mindfulness è acquisibile tramite la pratica e può permettere a tutti di entrare davvero in sintonia con noi stessi, anche mentre mangiamo.
Nello studio SMA, in cui collaboro, la mindfulness viene inserita all’interno dell’intervento psicoterapeutico Cognitivo Comportamentale, secondo i protocolli scientifici condivisi dalla letteratura internazionale di riferimento, sia per pazienti con Disturbo Alimentare che in altre situazioni di necessità. I risultati raccolti sono molto positivi e in linea con gli studi scientifici.
Per concludere, sappiamo che la mindfulness è uno strumento molto utile quando si parla di alimentazione… quindi perché non provare?
Bibliografia
- Kristeller, J. L., Baer, R. A., & Quillian-Wolever, R. (2006). Mindfulness-based approaches to eating disorders. Mindfulness-based treatment approaches: Clinician’s guide to evidence base and applications, 75.
- Wanden-Berghe, R. G., Sanz-Valero, J., & Wanden-Berghe, C. (2010). The application of mindfulness to eating disorders treatment: a systematic review. Eating disorders, 19(1), 34-48.
- Turgon, R., Ruffault, A., Juneau, C., Blatier, C., & Shankland, R. (2019). Eating disorder treatment: a systematic review and meta-analysis of the efficacy of mindfulness-based programs. Mindfulness, 10(11), 2225-2244.