15 marzo Giornata Nazionale dei Disturbi del Comportamento Alimentare: parliamone e rompiamo i tabù
Il 15 marzo è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Questo giorno celebra e promuove l’attenzione e l’informazione sul tema DCA, offrendo eventi e promuovendo il dialogo su questo argomento.
Quest’anno, in particolare, occorre riflettere ancora sull’enorme impatto che la pandemia ha avuto sull’insorgenza e sullo sviluppo dei DCA, soprattutto nei giovani. Si stima che l’incidenza sia raddoppiata in Italia rispetto al periodo pre pandemico. Esperienze come didattica a distanza, allontanamento dagli amici e il vivere prevalentemente a casa in una condizione di condizione di chiusura abbiano favorito l’insorgere di sofferenza psicologica, che si può manifestare anche tramite DCA.
Poniamo quindi attenzione ai segnali di allarme, come: l’attenzione al cibo o al peso, la tendenza a consumare cibo in solitudine o in modo diverso dal solito, il bisogno di controllare il proprio aspetto fisico (anche tramite sport o comportamenti di compensazione – come uso di lassativi o vomito autoindotto).
Data l’importanza di questo tema e le ripercussioni fisiche e psicologiche (come depressione, attacchi di panico, dismorfofobia), è fondamentale rompere i tabù e le false credenze sui DCA… e parlarne! Purtroppo, infatti, è ancora comune credere che un DCA si “veda”: si può credere che l’estrema magrezza o l’obesità siano automaticamente la traduzione di un problema psicologico… ci sbagliamo! Non sempre la magrezza è sintomo di sofferenza psicologica (possono infatti esserci cause organiche), così come non è ovvio che forme morbide siano vissute sempre con disagio.
Al contrario, in contesti in cui l’aspetto fisico è l’unico canale di approvazione e apprezzamento sociale è facile che i giovani correlino il loro valore unicamente in funzione della loro magrezza o della loro massa muscolare… ma questo non è accettabile! Poniamo quindi attenzione a questo: non soffermiamoci a guardare solo l’aspetto fisico, facciamo attenzione ai segnali di cambiamento dei ragazzi o di chi pensiamo stia attraversando un momento difficile, parliamo con loro, proviamo davvero a metterci nei loro panni… solo così potremo capirli e cogliere forse dettagli a volte in-visibili. Un adolescente normopeso, ad esempio, può mascherare comunque difficoltà nel relazionarci col cibo, o ambire ossessivamente a standard di perfezione sportiva da arrivare a controllare senza possibilità di sgarro alimentazione e allenamento.
Nella mia pratica clinica capita di sentire frasi come “non credevo che questo mio dolore avesse un senso”, “credevo di essere l’unica a pensare queste cose”, “mi sono sempre sentito diverso e non compreso dagli altri… ora ho capito che non sono il solo a vivere tutto questo”, “finalmente ho incontrato qualcuno che mi può capire… mi sento già più sollevata!”. Queste affermazioni mi colpiscono sempre molto, suggeriscono che ancora oggi purtroppo non si parla abbastanza di DCA e che il dolore che ne deriva è spesso mescolato al senso di solitudine, e può diventare una “bomba” psicologica.
Presso lo Studio SMA mi occupo di situazione come queste, affrontando la sofferenza psicologica con rispetto ed empatia verso i pazienti, ed avvalendomi della collaborazione di validi medici e nutrizionisti.
Oggi, 15 marzo, ma non solo oggi, parliamo quindi dei DCA e portiamo questo tema alla luce anche tramite il dialogo con gli adolescenti. Scopriremo che intorno a noi ci sono persone che si sentono così anche se non l’avremmo mai detto!