Troppa TV facilita il declino cognitivo. Per il PC alcuni dati positivi. Oggi sappiamo i tempi giusti
Lo studio è stato eseguito da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tjanjin che hanno utilizzato i dati della Biobank britannica (UK Biobank) verificando su oltre mezzo milione di persone, seguite in UK per molti anni, gli effetti dell’uso del PC o della televisione sul declino cognitivo e sulla depressione.
La ricerca, pubblicata alla fine del 2023 sull’International Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity, ha confermato che quanta più televisione si guarda, tanto più cresce la possibilità di declino gognitivo, malattia di Alzheimer e depressione.
Nei confronti dell’uso del computer, invece, è emerso un dato molto positivo. Il suo uso non è correlato al declino cognitivo mentre ci sono dati preoccupanti relativi alla depressione.
Fino ad un’ora al giorno di utilizzo porta a ridurre il rischio di depressione, ma dalle due ore in poi il rischio cresce come per gli utilizzatori di TV.
Un dato interessante è che nello studio era valutabile anche la quantità di attività fisica svolta e sostituire la visione della TV con mezz’ora di attività fisica diventa ad esempio un elemento altamente protettivo del rischio di perdita di memoria.
Una tecnica protettiva potrebbe essere quella di mantenere per il PC un uso intervallato del computer, sfruttando anzi quell’ora di uso che determina protezione dalla depressione come se fosse “allenante” per il cervello.
L’uso continuativo, da “full immersion”, sul computer, nel video gioco come nella tesi da preparare, sembra portare allo stesso effetto della TV.
Si tratta quindi di imparare a inserire nella propria giornata della attività fisica ricreazionale, anche di breve durata, che ha sicuramente effetti protettivi sulla neurodegenerazione e sul tono dell’umore.
Nella protezione dalla neurodegenerazione è coinvolto anche il meccanismo della glicazione perché la presenza di una maggiore resistenza insulinica facilita tutte le patologie segnalate.
Questi livelli di glicazione sono oggi misurabili e soprattutto si può seguirne l’evoluzione per capire se il controllo nutrizionale personalizzato è efficace nella loro regolazione.
Attività fisica e nutrizione si danno la mano per supportarsi reciprocamente nella loro sinergia di effetti.
Su Eurosalus molti articoli, già pubblicati, aiutano a capire come gestire al meglio l’attività fisica.
Tra i tanti, cito l’articolo di Mattia Cappelletti “L’esercizio che salva la mente” e l’articolo di Michela Carola Speciani “L’esercizio in supporto agli psicofarmaci”.
Riuscire a bilanciare buon cibo (nei modi giusti) e attività fisica piacevole sembra essere una ricetta con basi scientifiche molto solide per vivere meglio, sani e a lungo.