Pancia grossa e cervello fino… Il grasso viscerale riduce il volume cerebrale
Una ricerca pubblicata nel 2023 su “Aging and Disease” ha studiato su oltre 10.000 persone con età media di 53 anni (ben bilanciate tra maschi e femmine) la relazione tra grasso viscerale e volume del cervello.
Ne sono emersi dei dati interessanti perché la correlazione inversa tra quantità di grasso viscerale e volume encefalico si è evidenziata con altissima significatività.
Quanto più è elevato il grasso addominale tanto più è ridotto il volume cerebrale.
I ricercatori statunitensi e canadesi hanno potuto fare facilmente qusta valutazione grazie alla effettuazione di una RMN (risonanza magnetica) “total body” che evidenziava in modo preciso sia il volume encefalico sia il grasso sottocutaneo e viscerale.
In parole povere chi ingrassa sulla pancia (tipico segnale di resistenza insulinica e di eccesso di glicazione) può trovarsi con una riduzione anticipata del volume cerebrale.
Col progredire dell’età il cervello va incontro comunque ad una fisiologica riduzione del proprio volume ma l’eccesso di grasso addominale contribuisce a ridurre il volume per una causa metabolica facilmente controllabile e quindi prevenibile.
Certo, ci sono anche quelle poche persone obese con il cervello perfettamente funzionante e si caratterizza talvolta il grande anziano con la frase “è ancora perfettamente lucido” e questo avviene indipendentemente dalla riduzione di volume encefalica dovuta all’età o al grasso accumulato.
Tutto ciò evidenzia che anche con un numero ridotto di neuroni o di connessioni sinaptiche, il cervello può funzionare bene e che non è solo il volume del cervello che spiega l’Alzheimer o il declino cognitivo.
È vero però che sul piano statistico, fatte salve le eccezioni appena segnalate, la riduzione del volume cerebrale è quasi sempre correlata alla riduzione delle funzioni cognitive e alla riduzione della memoria.
Vale quindi la pena di agire in termini preventivi, andando ad agire sulle condizioni che generano resistenza insulinica e ingrassamento addominale, legati soprattutto all’eccesso di zuccheri, e sulla produzione di Metilgliossale che facilita la neurodegenerazione.
Il declino cognitivo, infatti, dipende da molteplici fattori ma uno dei più importanti è sicuramente la presenza di livelli elevati di glicazione, cioè di eccesso di zucchero, fruttosio, alcol, dolcificanti e polioli che facilitano la creazione di grovigli neuronali e il deposito di beta-amiloide.
Questi livelli di glicazione sono oggi misurabili e soprattutto si può seguirne l’evoluzione per capire se il controllo nutrizionale personalizzato è efficace nella loro regolazione.
A fianco della impostazione nutrizionale è indispensabile mettere in atto una giusta attività fisica, come spiegato in questo articolo della drssa. Martina Rossi.
Anche se è ancora necessario stabilire con precisione il nesso tra grasso viscerale e riduzione della performance cognitiva, la conoscenza attuale ci consente di attivare già molti dei più probabili comportamenti efficaci di prevenzione dell’accumulo di grasso viscerale e della degenerazione neuronale.