Allergie sempre meno IgE e sempre più cellulari
Da anni parliamo delle allergie come di un fenomeno polifattoriale e non solo legato alla produzione di IgE. Lo vediamo nella pratica quotidianità del lavoro e lo capiamo dal modo in cui le persone guariscono, grazie alla integrazione di un lavoro sull’allergene, di modifiche alla alimentazione, di un supporto all’equilibrio emotivo e alla utilizzazione di minerali e di terapie dolci. Un lavoro quindi di riequilibrio che tocca le diverse aree di ogni persona, in una concezione unitaria.
Dello stesso avviso è l’editoriale pubblicato sull’ultimo numero di Allergy (Bousquet J et al, Allergy 2008 Feb;63(2):143-7) che in apertura della rivista, a firma dei massimi esponenti europei dell’allergologia, richiama alla necessità di non potere più studiare l’allergia da un solo punto di vista. In particolare ci sono alcuni richiami degni di nota alle patologie emergenti, in cui la diagnostica puramente IgE si è rivelata del tutto priva di ogni significato:
Anche solo limitandoci alla analisi di questi 4 elementi clinici ci occuperemmo di circa metà della popolazione mondiale. Eurosalus ha sempre lavorato su questo aspetto, integrando uno studio allergologico che tenesse conto del livello di soglia individuale, della infiammazione non allergica, delle nuove vie allergologiche di recente ridefinite.
Nel mondo fortunatamente c’è chi lavora su questi temi, nonostante la posizione di ostracismo di molti colleghi italiani che si oppongono anche alla evidenza scientifica più palese, difendendosi dietro un falso paravento di scienza, che evidentemente non conoscono.
C’è da lavorare abbondantemente, basta “tirarsi su le maniche” e guardare in faccia la realtà anzichè inventarsene una…