Aumentano le reazioni allergiche violente
Secondo l’Eaaci (Accademia Europea di Allergia e Immunologia Clinica), le reazioni allergiche che potrebbero anche essere letali per i più piccoli sono aumentate di sette volte negli ultimi dieci anni. Un dato tanto importante ha spinto l’Accademia a lanciare una campagna di sensibilizzazione, educazione e consapevolezza che vorrebbe portare nei prossimi mesi alla stesura degli “Standard minimi internazionali per i bambini allergici a scuola”, che darebbero i requisiti base per la sicurezza, almeno nelle scuole. Tra questi ci sarebbero la capacità di insegnanti e docenti di identificare i sintomi primari e di agire di conseguenza, avendo a disposizione ad esempio le penne adrenaliniche salvavita. La campagna può essere seguita sul sito www.stopanaphylaxis.com.
Il problema si manifesta spesso nella mensa scolastica, dove i bambini vengono a contatto per le prime volte con alimenti nuovi e ignoti al sistema immunitario che quindi reagisce in maniera eccessivamente violenta, provocando l’insieme di sintomi che viene normalmente definito come “shock anafilattico”.
L’osservazione sin qui fatta produce almeno una riflessione, rispetto al cosiddetto esaurimento del livello di accettabilità immunologica, meglio comprensibile con la metafora della goccia che fa traboccare il vaso.
Il sistema immunitario è stato abituato dalla notte dei tempi a dover reagire in maniera violenta in situazioni ad alto rischio, calibrando cioè la propria reazione sul contesto ambientale in cui si trovava. Oggi il sistema immunitario umano è iperstimolato, dallo smog e dall’inquinamento, dallo stress (saper sfruttare ogni strumento possibile per vivere più sereni diventa in questo momento essenziale), dall’infiammazione da cibo, dovuta al fatto che si mangiano sempre le stesse cose. In questo modo, esso resta sempre all’erta, vicino alla reazione soglia che provoca la reazione violenta. Ecco che si arriva alla “goccia che fa traboccare il vaso”, alla piccola quantità antigenica sconosciuta che giustamente e fisiologicamente “spaventa” il sistema immunitario facendolo però reagire in maniera esagerata, non tanto di per se stessa ma per la situazione vicino alla soglia di reazione violenta presente a monte.
È importante che le scuole e le strutture dove esiste maggior rischio di sviluppo di tale fenomeno ne siano correttamente attrezzate alla gestione; è altresì importante che si agisca come possibile per diminuirne l’intensità potenziale e, a monte, riducendo l’infiammazione con tutti i mezzi disponibili. Una buona conoscenza delle proprie sensibilità specifiche, ad esempio attraverso test come Recaller, pone le basi per una prevenzione vera, che renda più lontana e difficile la possibilità di un evento violento e rischioso, abbassando il livello di infiammazione complessivo.