Allergico alla doccia o all’acqua?
I nostri pazienti arrivano alla valutazione clinica dicendo “sono allergico all’acqua”, per non parlare di quelli che portano un foglio di un collega allergologo in cui è descritta la “lucite”, cioè un’allergia presumibile alla luce solare e non.
(Per i lettori: non esiste un test IgE per l’allergia all’acqua).
Di solito reagisco in modo abbastanza rilevante perché segnalo che una allergia all’elemento (ad esempio il sole) che genera la vita e l’esistenza è evoluzionisticamente inconcepibile.
E mentre mi raccontano che probabilmente è l’acqua contaminata o inquinata a generare allergia e orticaria dopo la doccia, spiego che ogni allergologo, sulla base delle ricerche scientifiche più recenti, dovrebbe sempre domandarsi se la persona è allergica a qualcosa (IgE specifiche elevate) oppure se la persona è semplicemente infiammata dagli alimenti e risponde a qualsiasi sostanza esterna come se questa fosse “la goccia che fa traboccare il vaso”.
Una volta compreso questo aspetto, capendo cioè che la risposta non dipende dall’acqua o dal sole ma da una infiammazione sistemica di tutto l’organismo, tutto diventa più semplice e la comprensione delle cause diventa più chiara e la terapia molto più semplice.
Quando si manifesta un fenomeno anafilattico acuto (una forte orticaria, ad esempio) si corre magari in ospedale per un efficace trattamento di antistaminici e cortisonici o eventualmente per una iniezione di adrenalina e si cerca di capire se a causarla è stato il gamberetto o il pezzetto di cioccolato mangiato a fine pasto o l’acqua della doccia (sostanze che quasi sempre risultano poi negative ai test allergologici), mentre l’aumento della infiammazione sistemica, di tutto l’organismo, è dovuto magari al cappuccio e brioche di ogni mattina.
In quel caso il gamberetto o il cioccolato sono solo “la goccia che fa traboccare il vaso” e quello che va fatto, per recuperare la salute e prevenire le anafilassi, è abbassare il livello di infiammazione sistemica o di glicazione che ormai dal 2017 è riconosciuta come una delle cause più importanti di quel 62% di reazioni simil-allergiche in cui non si riesce ad identificare una causa unica e precisa.
Tra glicazione, allergia e infiammazione, i legami sono diventati poi sempre più certi, al punto che un gruppo di ricercatori australiani, statunitensi, irlandesi e italiani ha pubblicato su Frontiers in Allergy, nell’aprile 2023 un lavoro che spiega in dettaglio i meccanismi molecolari che provocano la reazione infiammatoria o simil allergica per effetto delle sostanze glicanti (i cosiddetti AGEs), di cui ricordiamo che il capostipite è il Metilgliossale (identificato dai test GEK Lab).
Quindi che fare? Di fronte alle allergie “strane”, che ormai compaiono sempre più spesso, si analizzano immediatamente i parmetri di glicazione e si mettono in moto i suggerimenti nutrizionali più adeguati.
Questo spiega perché nel Centro SMA di Milano consideriamo sempre tutti gli aseptti alimentari in modo integrato cercando così di affrontare tutti le possibili cause delle patologie che trattiamo; nell’aumento di peso come per il declino cognitivo, con una visione che sia sempre sistemica e personalizzata.