Varietà alimentare: uno strumento per modulare il sistema immunitario, controllare le allergie e l’infiammazione da cibo

3 Febbraio 2023
Varietà alimentare: uno strumento per modulare il sistema immunitario, controllare le allergie e l'infiammazione da cibo

Attualmente, l’introduzione precoce di alimenti allergizzanti nella dieta di un bambino è considerata dalla scienza la strategia più promettente per prevenire le allergie alimentari.

In tutto il mondo, le linee guida per l’infanzia sono passate dal promuovere l’evitamento degli alimenti allergizzanti (nell’ultimo trimestre di gravidanza, in allattamento e nelle fasi iniziali dello svezzamento), all’incoraggiare attivamente la loro introduzione.

Già nel 2014 uno studio multicentrico europeo pubblicato sulla rivista JACI (The Journal of Allergy Clinical and Immunology) aveva potuto dimostrare che allergie alimentari, eczema, dermatite atopica, rinite e asma si presentavano con maggiore frequenza nei bambini che tra i 6 e i 12 mesi di vita, avevano “assaggiato” meno alimenti rispetto ai bambini che invece avevano mangiato più tipologie di cibi, e quindi avevano incontrato un numero maggiore di antigeni diversi. Nello studio i bambini furono osservati fino ai 6 anni di età riscontrando un miglioramento delle condizioni allergiche per tutto l’arco temporale. 

Un altro lavoro del 2014, pubblicato sulla medesima rivista e già segnalato da Eurosalus, aveva evidenziato una minore comparsa di eczema e allergie respiratorie (tra cui asma) già dal 9° mese di vita, nei bambini che nelle prime fasi di svezzamento avevano familiarizzato con più  alimenti e messo in moto un’azione efficace di conquista della tolleranza.  

I bambini nascono allergici e non tolleranti a tutto e attraverso lo svezzamento riescono ad attivare cellule T regolatorie, produrre Interleukina 10 (IL-10) e anticorpi IgG necessari per creare un rapporto di amicizia con il cibo che possa durare anche in età adulta. Scelte alimentari salutari che prediligano il consumo di cibi poco processati, ricchi di fibra come verdura e frutta, limitando quelli zuccherati e raffinati e lasciando spazio ad una buona varietà alimentare, sono fondamentali per modulare nel tempo questi meccanismi mediati da segnali infiammatori e da microbiota intestinale.

La conoscenza di questi aspetti consente di fare una riflessione sull’adulto e su quanto abbiano poco senso gli approcci alimentari che eliminano intere categorie di alimenti in virtù di malessere o presunte “intolleranze alimentari” (le uniche riconosciute sono celiachia e intolleranza al lattosio). Inoltre, a parte casi di allergia IgE mediata documentata o di celiachia, che costringono ad eliminare uno specifico alimento dalla dieta, l’eliminazione per periodi più o meno prolungati è inutile e potenzialmente rischiosa perché aumenta, in caso di reintroduzione involontaria  dell’alimento, la probabilità di reazioni simil allergiche fino ad arrivare, in alcuni casi, allo shock anafilattico.  

Nello studio SMA di Milano in cui lavoro, l’approccio terapeutico per recuperare l’equilibrio alimentare e ridurre i sintomi legati ad aspetti individuali di infiammazione da cibo o da glicazione riprende, in parte, i principi dello svezzamento infantile e prevede ad esempio:

– Uso del crudo, vivo e colorato, che consiste nell’assumere un pezzetto di verdura o frutta prima di ogni pasto sfruttando i panallergeni presenti nei vegetali come induttori di tolleranza.

– Equilibrio nella composizione dei pasti, in modo che siano presenti in ogni pasto macro e micronutrienti in modo variato ed equilibrato.

– Utilizzo di verdura e frutta di stagione.

– Inserimento e in molti casi uso esclusivo di cereali integrali.

– Misurare alcune citochine infiammatorie come BAFF e PAF (coinvolte nell’innesco di fenomeni infiammatori e allergici) e il profilo alimentare individuale per poi impostare una dieta di rotazione che prevede reintroduzioni sistematiche e alternate di tutti gli alimenti.

Infatti, anche nello schema settimanale iniziale di rotazione (quello più restrittivo volto alla riduzione dell’infiammazione data da un consumo ripetitivo degli alimenti), sono previste circa 6-7 reintroduzioni settimanali che andranno via, via aumentando con la riduzione dei sintomi

– Il controllo personalizzato della propria infiammazione da zuccheri, misurando e gestendo i propri livelli di glicazione, noti come potenziali amplificatori di risposte allergiche anche legate ai pollini e non soltanto al cibo.

Anche in questo caso, le indicazioni lasciano degli spazi per i momenti di convivialità che sono fondamentali per un rapporto sereno ed equilibrato con il cibo.

Non esiste “cibo cattivo”, il paradigma delle diete di eliminazione è ormai superato. La modalità con cui viene assunto il cibo  e la sua varietà sono i principali strumenti di prevenzione e di cura di fenomeni infiammatori e simil allergici legati all’alimentazione.