Esercizio o genetica: chi ci salverà?
Uno stile di vita attivo è scientificamente provato essere protettivo nei confronti di molte malattie, ed un modo facile e sicuro di aumentare la propria salute ed il proprio benessere a lungo termine.
Tra le malattie prevenute dall’attività fisica sicuramente in testa troviamo i disordini metabolici e cardiovascolari.
Su questi ultimi infatti è noto praticamente a tutti che un buon livello di “fitness” e la pratica regolare di sport si associano ad una riduzione del rischio cardiovascolare, e che risultano addirittura capaci di invertire il processo di rimodellamento cardiaco alla base dello scompenso.
D’altro canto è però altrettanto famoso il ruolo della “genetica” nel prevedere il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare: esistono soggetti che hanno un maggior rischio di andare incontro, ad esempio, ad eventi coronarici o fibrillazione atriale a prescindere dal loro stile di vita.
La domanda che ora sorge spontanea è: considerando da un lato la genetica e dall’altro l’attività fisica, chi vince?
La risposta ci viene fornita da uno studio pubblicato sul numero di Aprile 2018 di Circulation. In questo studio si sono analizzati i dati di oltre mezzo milione di soggetti adulti inglesi (per la precisione 502.635) seguiti per una media di circa 6 anni.
I dati di questa enorme coorte di soggetti sono stati analizzati per capire quali e quanti eventi cardiovascolari si sono realizzati, ma soprattutto i ricercatori hanno analizzato l’associazione di questi con il livello di “fitness” e di attività fisica, e anche i marcatori genetici per capire il “rischio genetico” di incorrere in tali problematiche.
Le conclusioni sono chiare e semplici: un maggior grado di attività fisica si associa con una riduzione del rischio di malattia cardiovascolare in tutti i gruppi, sia ad elevato che a basso rischio genetico.
Inoltre, nel gruppo con la genetica più “sfavorevole”, si è visto come lo svolgimento di attività fisica si associ con una riduzione di rischio del 49% per quanto concerne gli eventi coronarici (tra cui ricordiamo l’infarto) e del 60% per la fibrillazione atriale.
Non vi sono dubbi: l’attività fisica vince anche sulla propria genetica, e questo non può che essere uno stimolo in più a muoversi.
Ovviamente associare all’attività fisica anche una nutrizione adeguata, meglio ancora se in grado di ridurre l’infiammazione, non può che essere un modo per potenziale ulteriormente i benefici. Una guida semplice, chiara ed efficace per combinare questi due aspetti è “Incredibilmente in forma – sport e nutrizione per stare bene”.
E ora, tutti a fare esercizio!
Bibliografia essenziale
- Tikkanen E, Gustafsson S, Ingelsson E., Associations of Fitness, Physical Activity, Strength, and Genetic Risk With Cardiovascular Disease: Longitudinal Analyses in the UK Biobank Study. Circulation 2018 Apr 9. pii: CIRCULATIONAHA.117.032432. doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.117.032432. [Epub ahead of print].