Le uova: benvenute in tavola
Moderazione a tavola e movimento per regolare il segnale. Assolti uovo, formaggi e salumi dalla demonizzazione anti-colesterolo.
Sono ormai numerosi i lavori scientifici che dimostrano che non sono le uova (anche mangiandone più di una al giorno) a causare l’incremento del colesterolo. Questo innalzamento è frutto di uno squilibrio cerebrale di segnale piuttosto che dell’assunzione alimentare di cibi che possono essere naturalmente ricchi di colesterolo.
Ormai da qualche anno i lavori scientifici hanno dimostrato che l’eccesso di colesterolo epatico è frutto di uno squilibrio cerebrale di segnale piuttosto che dell’assunzione alimentare di cibi che ne sono ricchi. Dalla lettura del significato profondo di questi lavori l’uovo esce completamente assolto. Non è l’uovo che fa innalzare ilvalore di colesterolo. Piuttosto sono la scarsità della prima colazione, l’assunzione eccessiva di carboidrati, la carenza di movimento.
Fin dal 2004 infatti, uno studio effettuato da ricercatori statunitensi pubblicato sul Biochemical Journal, ha correlato l’azione del segnale leptinico con la produzione a livello epatico del colesterolo. Ciò avviene tramite l’azione della leptina stessa come modulatore dell’enzima (HMG-CoA reduttasi) su cui agiscono le famose statine (Vanpatten et al, BiochemJ. 2004 April 15; 379(Pt 2): 229-233). Come dire che la causa prima di eventuali ipercolesterolemie è da ricercare in un errato “comando” che viene recepito dal nostro organismo.
Da questi studi emerge una nuova indicazione, altamente innovativa, per individuare la corretta terapia da seguire per controllare alti livelli di colesterolo: è molto più efficace il ripristino dell’equilibrio leptinico (cioè del corretto segnale ormonale legato ai nostri stili di vita) che la riduzione forzata della quantità di colesterolo assunto con il cibo.
La diretta conseguenza di questa interpretazione è chiara: occorre assolvere il povero uovo, il prosciutto ed i formaggi dalle accuse finora mosse loro. Il che non significa, ovviamente, prestare meno attenzione a ciò che si mangia, ma anzi scegliere i cibi con maggiore cura e consapevolezza.
Senza dimenticare che il nostro organismo è in grado di effettuare raffinate regolazioni: ad un rilevante introito di unità di colesterolo con l’alimentazione, il corpo risponde limitando quello autoprodotto. Al contrario, imponendosi uno stretto controllo nel colesterolo assunto con l’alimentazione, otteniamo che l’organismo stimoli in certa misura la produzione interna, lasciando via libera all’enzima sopra citato.
È curioso constatare come queste informazioni sfuggano a molti medici di base, prontissimi a prescrivere diete restrittive dalla dubbia efficacia pratica (al cui fallimento segue inevitabilmente la prescrizione di statine).
Riteniamo invece che un lavoro coerente basato su un forte stimolo metabolico legato alla cronobiologia alimentare e ad un moderato movimento fisico (elementi notoriamente in grado di migliorare l’azione della leptina) porterebbe a ben diversi risultati.