La dieta Kousmine
La dieta prende il nome dalla dottoressa svizzera di origine russa che la elaborò nei primi decenni del Novecento.
Catherine Kousmine considera gli errori alimentari e la progressiva assunzione di sostanze tossiche e inquinanti presenti nell’ambiente una delle principali cause di malattie, favorite da un insufficiente apporto di verdura e frutta fresca e da un abuso di carne e grassi animali. Inoltre ritiene indispensabile mantenere il grado di acidità del sangue, il pH, entro certi limiti.
Per questo scopo considera necessaria un’alimentazione ricca di cereali integrali e cibi crudi (come frutta e verdure), altamente alcalinizzanti, riducendo carni e grassi animali che hanno invece, secondo l’autrice, proprietà acidificanti.
I quattro pilastri del metodo sono dunque: alimentazione equilibrata, controllo dell’acidità, igiene intestinale (che ottiene anche attraverso periodici enteroclismi) e integrazione vitaminica, evidentemente con un approccio più rivolto alla salute complessiva che al semplice dimagrimento.
Notevoli. Una dieta ricca in cereali integrali, fibra, frutta e verdura fresca può prevenire molte patologie. Le raccomandazioni di masticazione, e la distribuzione dei pasti con colazione “da re” (budwig) sono altamente condivisibili.
Un’alimentazione sana e completa, come quella proposta dalla Kousmine non dovrebbe generare né squilibri acido/base a livello ematico, né tantomeno accumulo di sostanze fermentanti (zuccheri) o putrefattive (proteine) all’interno del tubo digerente.
Ci sembra fuori luogo dunque la raccomandazione – all’interno del metodo – di enteroclismi, forse più legati ad una concezione di “pulizia” di inizio secolo, che ad una reale esigenza.
Altrettanto fuori luogo (se non rischiosa) ci sembra l’assunzione di citrati per ristabilire la corretta acidità. Una leggera integrazione vitaminica può essere accettabile. Un po’ meno, forse, il tentativo di “correggere” con interventi esterni le solide dinamiche di riequilibrio naturale, presenti nel nostro organismo.
Cercando di rimanere fedeli alle intuizioni di base, i divulgatori del metodo Kousmine in Italia, hanno apportato alle indicazioni della dottoressa svizzera le modifiche suggerite dalle nuove acquisizioni e scoperte scientifiche, come son certi, avrebbe fatto lei stessa se avesse potuto continuare il suo lavoro.
I libri più recenti di Kousmine pubblicati in Italia risalgono agli anni ’80 e lei è morta nel 1992. Gli aggiornamenti fanno riferimento in particolar modo agli studi del Bélieveau sul rapporto tra cancro e alimentazione, ampiamente diffusi e apprezzati anche dalla medicina convenzionale e a quell’imponente opera scientifica del 2007 che è il WCRF Report, una delle più rigorose ricerche della storia della medicina recente, che conferma e amplia le constatazioni della dottoressa Kousmine.
Uno dei suoi più attuali seguaci, il professor Sergio Chiesa, descrive nel libro “La dieta del metodo Kousmine” (Tecniche nuove, II edizione) l’importanza di un’evacuazione quotidiana che, qualora non avvenisse, in particolar modo in persone ammalate e spesso terapizzate con sostanze chimiche ad oltranza, dovrebbe esser supportata anche da accurata igiene intestinale tramite clisteri, qualora gli altri suggerimenti fallissero. Ribadisce cioè l’importanza di alimentazione e idratazione corretta, con particolare attenzione all’apporto adeguato di fibre, movimento quotidiano come camminate veloci o altre attività, e all’uso di lassativi di origine vegetale.
Per chi possiede invece un intestino regolare (ossia ha una scarica quotidiana almeno) la pratica dell’igiene tramite clisteri perderebbe di significato.
Relativamente all’acidità delle urine, dovuta a uno stile di vita pregresso e in special modo in persone malate, si suggerisce un monitoraggio nella fase iniziale del metodo, per circa una decina di giorni, con indicazione d’integrazione basificante qualora il metodo alimentare non sortisse immediatamente l’effetto deacifidicante auspicato, in quanto acidosi di vecchia data richiedono sovente tempi lunghi per riequilibrarsi, nonostante l’alimentazione e lo stile di vita corretto.
Nella esperienza di lavoro clinico di oltre 30 anni mi sono accorto che una alimentazione personalizzata che controlli l’infiammazione da cibo consente nella maggior parte dei casi di avere una spontanea azione di riequilibrio dell’acidosi presente e una normalizzazione del transito intestinale senza bisogno di clisteri o stimoli evacuanti.