In forno, in pentola e in padella meglio aggiungere la cannella
Si immagini una brioche: gustosa, croccante… e piena di grassi saturi e trans, modificati dal calore della cottura.
Ora immaginiamo la stessa brioche con l’aggiunta in cottura di cannella: davvero è la stessa cosa? La risposta ovviamente è no: le due brioche, pur con lo stesso quantitativo di grassi contenuti, a fine cottura saranno due dolci con caratteristiche chimico-fisiche davvero diverse.
La cannella contiene potentissimi antiossidanti e, secondo lo studio pubblicato dall’International Journal of Food Science and Nutrition, i grassi che vengono posti a cuocere con un’aggiunta di olio essenziale di cannella mantengono le loro caratteristiche chimico fisiche più a lungo e a temperature maggiori con un risultato sicuramente migliorato sul piano salutare complessivo.
Nel caso particolare dello studio a essere testata non era un dolcetto, ma un hamburger di tacchino, il che apre interessanti strade anche nella gestione salata dei grassi contenuti negli alimenti: un pollo al curry (e se aggiungiamo altra cannella a quella già presente nella miscela di spezie, ancora meglio) sarà ad esempio più salutare di un pollo cotto diversamente.
Posto che i grassi andrebbero cotti sempre il meno possibile e alle temperature più basse, aggiungere un sostegno speziato anche alle cotture un po’ più trasgressive permette di ottenere risultati gradevoli, più salutari e comunque apprezzabili anche da chi al soffritto proprio non può rinunciare, per tradizione, abitudine o testardaggine.
La cannella non è l’unica spezia con tale qualità e, ad esempio, i chiodi di garofano hanno ottenuto i risultati migliori insieme a essa, seguiti a poca distanza da timo, cumino e pompelmo.
Nel caso della cannella, utilizzata per speziare dolci e dolcetti, il risultato positivo è duplice: il naturale sapore della spezia permette di ridurre la quota di zucchero da utilizzare per ottenere un risultato gustoso, soddisfacente e più sano per tutti.