Essere magri non basta: serve anche muoversi
A fine ottobre 2011 si è chiuso a Madrid l’undicesimo Congresso Europeo di Nutrizione (FENS Madrid 2011) con il titolo di “Diversità e globalizzazione: cambiamenti nutrizionali in una Europa che cambia“.
Il panorama della nutrizione è in continua evoluzione ed emerge in maniera sempre più chiara il ruolo del cambiamento degli stili di vita in patologie complesse e multifattoriali come l’obesità, la sindrome metabolica e le malattie cardiovascolari.
Fin dalle prime comunicazioni è stato chiaro come la nutrizione (nel senso più ampio del termine) rivendichi con maggior forza un ruolo effettivo nel trattamento di queste patologie e di molte altre.
L’infiammazione generale dell’organismo (meglio definita come low-grade systemic inflammation) è stata, con nostro piacere, un filo conduttore di tutto il congresso. Gli effetti della nutrizione sono stati finalmente valutati non solo in termini di peso e massa grassa, ma anche seguendo le variazioni dello stato infiammatorio generale del corpo come indice dell’efficacia della giusta alimentazione nel trattamento e nella prevenzione delle patologie infiammatorie.
Ingrassare a causa dell'infiammazione: nuove scoperte su adipociti, BAFF e grasso corporeo
Durante il suo intervento la Prof. Ascensión Marcos (Presidente dell’European Nutritional Conference per il 2011) ha presentato un lavoro tedesco di valutazione dei marker infiammatori negli adolescenti obesi e che non fanno attività fisica. Negli adulti l’obesità e la mancanza di movimento sono connessi con un aumento dei livello dei questi marker ma mancavano dati precisi riguardo l’adolescenza.
Come ha ricordato la Prof. Marcos, una maggior conoscenza degli effetti dei cambiamenti di stile di vita a questa età è in grado di guidare con maggior precisione gli interventi di prevenzione delle patologie cardiovascolari.
Quasi 200 adolescenti con un età compresa tra i 10 e i 15 anni sono stati arruolati in questo studio. Sono stati valutati peso, altezza, indice di massa corpore, massa grassa e diversi indici infiammatori dalla conta dei globuli bianchi a VES e PCR, dal fibrinogeno alla ferritina fino anche a citochine infiammatorie come l’Interleuchina 6 (IL-6) e il Tumor Necrosis Factor (Fattore di Necrosi Tumorale – TNF).
La rilevanza di questo studio sta proprio nella valutazione delle citochine, che non sono altro che molecole di segnale prodotto dal sistema immunitario e dal tessuto adiposo che influenza il funzionamento di tutto il corpo. Ad esempio il TNF segnala all’organismo che bisogna mettere in moto tutti i meccanismi di difesa aumentando di conseguenza i livelli generali di infiammazione. L’IL-6 svolge un’azione molti simile al TNF e ha una funzione preponderante sul fegato e sul metabolismo predisponendo l’organismo a un ulteriore ingrassamento.
I ragazzi obesi avevano, come ci si aspettava, livelli di marker infiammatori maggiori rispetto ai ragazzi normopeso.
Approfondendo il discorso i ricercatori tedeschi hanno confrontato il livello di citochine infiammatorie.
L’attività fisica è inversamente proporzionale ai livelli infiammatori dell’organismo. I livelli di IL-6 sono più alti negli adolescenti obesi che non fanno attività fisica mentre i ragazzi obesi che fanno movimento dimostra livelli di IL-6 paragonabili ai ragazzi normopeso. I livelli di TNF sono correlati all’attività fisica indipendentemente dal peso e si riducono progressivamente maggiore è la capacità sportiva.
L’obesità e il livello di allenamento quindi influenzano parametri infiammatori differenti e costituiscono due fattori di rischio indipendenti.
Studi come questo rivoluzionano completamente le prospettive di intervento sulle nuove generazioni.
Fino a pochi anni fa quando si parlava di prevenzione si pensava solo al raggiungimento del peso forma. Oggi non basta più e i giovani per fare realmente prevenzione hanno a disposizione tante strategie, la più semplice delle quali è fare del movimento una parte integrante della propria quotidianità.