La drink-oressia tra i disturbi del comportamento alimentare. Quando saltare la prima colazione può essere un segnale
Il vasto campo dei disturbi del comportamento alimentare sta allargandosi ancora di più, aggiungendo nuove definizioni a quelle già esistenti.
Si sta evidenziando un particolare tipo di comportamento, che ricalca le forme del “binge eating” o del “binge drinking“, cioè degli eccessi alimentari o alcolici attuati dopo magari una “preparazione” fatta di digiuni e di astinenze ipocaloriche.
In molti casi si tratta di un comportamento spesso accettato sul piano sociale, perché l’idea di trovarsi in compagnia a cenare insieme in modo un po’ più abbondante del solito, o a festeggiare occasionalmente in modo più impegnativo, è considerato normale e parte integrante del nostro vivere.
Eppure i limiti con il “binge drinking” sono spesso sfumati. Una cena in compagnia ha un suo livello di socializzazione ben definito e accettato, ma si è visto che molte persone “preparano” in un certo senso il momento sociale della sera o della notte saltando completamente la prima colazione, evitando il pranzo e credendo di lasciarsi uno spazio “libero” per l’assunzione alcolica esagerata serale o notturna.
Di solito le motivazioni consapevoli sono quelle dell’ingrassamento. Credendo di ridurre il rischio di ingrassare, in modo scorretto, molti pensano che saltando colazione e pranzo si eviti l’apporto di calorie per compensare quelle che saranno ingerite durante la notte. Si tratta di una convinzione errata perché in assenza di prima colazione la notte diventa un momento in cui le calorie introdotte vengono trasformate in grasso in modo molto più rapido ed efficace.
Il termine anglosassone che indica questo comportamento, relativo all’abuso di alcolici, è “drunkorexia“, termine che affianca il termine drunk (ubriaco) con il termine orexia (ricerca intensa) che anche in italiano è usato per indicare ad esempio ortoressia (ricerca di cibi solo “perfetti”) e an-oressia (evitamento della ricerca di cibo). La traduzione potrebbe essere biboressia o potoressia, sempre legati al bere o al bere alcolici (potus), ma mi piace molto il termine drink-oressia che abbiamo usato nel titolo, perché riprende l’inglese “drunk” e lo ingentilisce con il “drink” che è termine molto usato anche in Italia e che è sempre associato all’alcolico.
Una accurata descrizione di questo fenomeno è stata pubblicata sul Journal of Public Health nel giugno 2017 e il tema è stato ripreso con forza durante la American Association of Nurse Practitioners National Conference tenutasi a Filadelfia pochi giorni dopo dal dottor Nicoteri, dell’Università di Scranton, che ha segnalato come spesso i medici non identifichino questo problema, mentre l’integrazione tra il tempo di esercizio fisico, la frequenza di assunzione alcolica e l’anamnesi alimentare, con particolare riferimento alla prima colazione, possono evidenziare l’esistenza del disturbo (Patte KA et al, J Public Health (Oxf). 2017 Jun 1;39(2):321-329. doi: 10.1093/pubmed/fdw034).
Il tema riguarda moltissimi giovani (la ricerca segnalata è stata effettuata su studenti dei college) e il fatto di saltare la prima colazione e il pranzo sono altamente predittivi di “binge drinking” nel sesso femminile, mentre solo il salto della prima colazione è predittivo di “binge drinking” tra i soggetti di sesso maschile.
Il motivo per cui nei nostri percorsi terapeutici stimoliamo sempre l’effettuazione della prima colazione sta proprio nella capacità di limitare la fame pomeridiana e serale. Facendo prima colazione nel modo corretto, si regolarizza la sensibilità insulinica, e difficilmente si può scivolare verso l’assunzione esagerata di cibo o di alcol di sera o di notte.
L’abitudine familiare alla effettuazione di questo importantissimo pasto aiuta anche i ragazzi, come gli adulti, a limitare gli stimoli negativi di tipo metabolico e a mantenere il benessere e la forma.