Cosa mettere nel carrello per prevenire il Covid?
Dati recenti confermano che chi ha maggiori livelli di glicazione si ammala di più di Covid e con sintomi più gravi.
Questo dato emerge proprio dallo studio condotto dal team scientifico di GEK Lab, in collaborazione con l’Unità Ostetrico Ginecologica della Fondazione Ca’ Granda Ospedale Policlinico di Milano e il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’Università di Milano (Di Martino D et al, Nutrients 2022;14:4037): donne in gravidanza con valori più elevati di metilgliossale (MGO) e albumina glicata (GA) hanno sviluppato sintomi peggiori rispetto a donne in gravidanza con minori valori di MGO e AG.
Ma cosa sono il metilgliossale e l’albumina glicata? Sono marcatori di glicazione, in grado di evidenziare precoci danni da tutte le tipologie di zucchero. Da qui nasce l’importanza di misurare i propri livelli di glicazione effettuando un Glyco test o un test PerMè: attraverso il prelievo di sangue capillare vengono valutati i valori di MGO e GA e quindi vengono poi impostate delle indicazioni nutrizionali personalizzate, con l’obiettivo di ridurre i dati.
Come detto prima, GA e MGO sono in grado di individuare i danni dovuti a tutte le tipologie di zucchero, compresi alcolici e dolcificanti. Infatti, è sempre più frequente trovare prodotti con la dicitura “light”, “senza zuccheri aggiunti”, “senza zucchero”. Questa dicitura cattura sicuramente la nostra attenzione e ci fa pensare che il prodotto in questione sia più “sano” rispetto all’equivalente con zuccheri. Ma non è così!
Cosa fare nella pratica? Nella pratica dobbiamo ridurre il consumo di zucchero quotidiano, per esempio bevendo caffè amaro, riducendo la frequenza di consumo di marmellata o miele, terminando il pasto con un frutto e non con un biscottino, se si ha la gola secca bere acqua e non mangiare caramelle, preferire il consumo di cioccolato fondente almeno 85% rispetto a quello al latte o bianco.
Dobbiamo anche imparare a controllare la lista degli ingredienti dei prodotti che compriamo, soprattutto di prodotti come cereali da colazione, bevande vegetali, yogurt, creme spalmabili, in cui non ci aspettiamo di trovare zuccheri ma ci sono.
Lo zucchero può mascherarsi con diversi nomi, in particolare sono da evitare i prodotti nella cui lista ingredienti compaiono queste diciture: zucchero, zucchero di canna, melassa, fruttosio, glucosio, sciroppi di glucosio/fruttosio, miele, sciroppo d’agave, maltodestrine…
Scegliamo quindi cereali da colazione semplici, come fiocchi di avena, quinoa soffiata, fiocchi di farro, fiocchi di mais, con una lista degli ingredienti corta. Preferiamo yogurt bianco al naturale a cui aggiungere pezzi di frutta fresca piuttosto che yogurt alla frutta, che è un dessert a tutti gli effetti, preferiamo creme 100% di frutta secca piuttosto che creme di frutta secca e zucchero.
Dobbiamo poi avere più spirito critico e chiederci come possa essere dolce un biscotto se sulla confezione viene riportato “senza zuccheri aggiunti”? Un biscotto è dolce per forza, altrimenti non sarebbe un biscotto! In questi prodotti “senza zuccheri aggiunti”, vengono aggiunti i dolcificanti al posto dello zucchero.
I dolcificanti hanno inferiori calorie rispetto allo zucchero da tavola ma simile potere dolcificante. Se vi state chiedendo se qualche caloria in meno possa essere un vantaggio vi dico subito, che no, non è un vantaggio. Infatti, se è vero che i dolcificanti non determinano un immediato innalzamento della glicemia, come invece succede quando consumiamo zucchero da tavola, determinano comunque un’alterazione del metabolismo degli zuccheri, accumulo di grasso e sul lungo termine diverse patologie metaboliche tra cui il diabete.
Abbiamo quindi capito che un dolce non può essere dolce senza zucchero, semplicemente lo zucchero viene sostituito con un dolcificante ma senza nessun vantaggio. Controllate quindi sempre gli ingredienti di biscotti, budini proteici, yogurt aromatizzati, creme spalmabili proteiche o in generale di tutti quei prodotti con la dicitura “light” o “senza zuccheri aggiunti”, se nella lista compaiono sucralosio o acesulfame k, oppure nomi che terminano con -olo, come maltitolo, mannitolo, eritritolo, quel prodotto contiene dolcificanti.
Come sempre non esiste qualcosa che faccia male in assoluto, ciò che fa la differenza è la frequenza e la dose di consumo. Dobbiamo semplicemente abituarci a sapori meno zuccherati e a consumare dolci meno frequentemente ma con buoni ingredienti.