Tra sport e alimentazione c’è… l’amore per se stessi
Molti sport e discipline sportive necessitano di uno stile di vita caratterizzato da regimi alimentari e allenamento studiati e strutturati ad hoc, soprattutto se a livello agonistico.
Al fine di funzionare al meglio, infatti, il corpo deve essere supportato: sport e alimentazione devono dunque “andare a braccetto”.
Questo equilibrio tra giusto allenamento e corretta nutrizione è fondamentale per gli atleti anche al fine di migliorare la loro concentrazione, motivazione e determinazione durante la preparazione e la gara. Esiste però un modo per rendere ancor più performante questo equilibrio, si tratta dell’atteggiamento, dello “sguardo” che lo sportivo può rivolgere a se stesso e al proprio corpo… in altre parole, del trattamento che egli si riserva.
Uno sguardo amorevole e compassionevole a noi stessi, infatti, ci può aiutare a vivere attività fisica (sia agonistica che amatoriale) e alimentazione come impegni e azioni concrete volti alla cura di noi stessi, che nascono dall’ascolto del nostro corpo e dalla volontà di prenderci cura di noi (Ferguson et al., 2014).
In questo modo, dunque, anche lo stile di vita altamente strutturato che generalmente viene richiesto agli sportivi può diventare espressione di amore per sé invece che essere vissuto, come purtroppo a volte può accadere, come forma di rigida restrizione o rinuncia.
Questo approccio è basato sulle più recenti teorie psicologiche di orientamento Cognitivo Comportamentale (Compassion Focused Therapy, Gilbert, 2005). Ricerche su campioni di atleti hanno dimostrato gli effetti positivi in termini di riduzione di auto criticismo, paura di essere criticati dagli altri, miglior riposo notturno e alta capacità di allenarsi in modo strategico e smart.
L’obiettivo di interventi basati sulla self-compassion è prendersi cura della propria salute (e in contesti sportivi della propria performance), intraprendendo costantemente azioni concrete orientate ai propri obiettivi (come quelli sportivi) (Neff, 2003). Uno sguardo amorevole nei confronti di sé stessi aiuta a sviluppare un contesto di vita non giudicante in cui rivalutare le proprie debolezze e svilupparle al meglio proprio in base agli scopi. Una volta liberi dalla paura del fallimento, infatti, l’atleta può essere maggiormente consapevole dei propri limiti e dei punti deboli.
L’amore per noi stessi si può tradurre così in comportamenti come l’allenamento funzionale e commisurato alle nostre capacità, o in una maggiore aderenza a regimi alimentari studiati da esperti per il miglior supporto della nostra attività sportiva. La consulenza di esperti e professionisti è dunque essenziale non solo per migliorare la performance ma anche per mantenere il corretto “sguardo” per la nostra salute psico-fisica.
Bibliografia
- Ferguson L.J., Kowalski K.C., Mack D.E. & Sabiston C.M. (2014). Exploring self-compassion and eudaimonic well-being in young women athletes. Journal of Sport & Exercise Psychology, 36. 203-216.
- Neff K. (2003). Self-compassion: An alternative conceptualization of a healthy attitude towards oneself. Self and Identity, 2, 85-101.
- Gilbert P. (ed) (2005). Compassion: Conceptualisations, Research and Use in Psychotherapy. Routledge.