Come un eccesso di dolcificanti influisce sugli ormoni femminili
Che un consumo eccessivo di zuccheri, dolcificanti e bevande zuccherate abbia conseguenze negative sulla salute, è ormai risaputo da tempo.
Valori di glicemia, ma anche di metilgliossale elevati, sono infatti correlati ad un aumento di rischio di patologie croniche come diabete, obesità, patologie cardiovascolari, Alzheimer e steatosi epatica.
Negli ultimi decenni, nelle preparazioni dolci ed in particolare nelle bevande, lo zucchero da tavola è stato spesso sostituito da dolcificanti, molto comune, soprattutto nelle bevande è il fruttosio.
Inizialmente, essendo il fruttosio lo zucchero della frutta, si pensava non avesse effetti negativi sulla salute, ma negli anni, dopo diversi studi, è emerso come il consumo di fruttosio derivante dalla frutta abbia effetti metabolici diversi dal fruttosio contenuto nelle bibite.
Il fruttosio contenuto nella frutta infatti viene assorbito in modo più graduale grazie alla presenza di fibra, acqua e vitamine. Al contrario, il fruttosio contenuto nelle bevande, se consumato in modo eccessivo, può aumentare i valori di trigliceridi nel sangue, causando sul lungo termine danni epatici.
In uno studio recente è inoltre emerso come un consumo eccessivo di fruttosio possa causare interferenza a livello ormonale.
Lo studio, pubblicato sulla rivista European Journal of Endocrinology, ha analizzato l’associazione tra il consumo di fruttosio nella frutta o nei dolcificanti e i livelli degli ormoni sessuali.
La ricerca è stata condotta su più di 130.000 persone tra i 40 e i 70 anni. Lo scopo dello studio era di valutare l’associazione tra il consumo di fruttosio, derivante dalla frutta fresca e disidratata oppure dai succhi di frutta e dalle bevande zuccherate, e tre variabili ormonali: la proteina SHBG, ossia una globulina che si lega agli ormoni sessuali, i livelli di testosterone e il rischio di iperandrogenismo. Con iperandrogenismo di intende un disturbo ormonale associato ad alti livelli di androgeni nell’organismo. I sintomi più comuni sono l’acne, mestruazioni irregolari e crescita eccessiva di peli su viso e corpo.
L’apporto di fruttosio derivante dalla frutta è risultato associato con livelli di più elevati SHBG, livelli inferiori di testosterone libero negli uomini e nelle donne e con un più basso rischio di iperandrogenismo nelle donne.
Al contrario, il fruttosio derivante da bevande dolcificate artificialmente, assunto nella misura di almeno 10 grammi al giorno (che corrisponde a 200 ml di bevanda, quindi ⅔ di lattina), ha comportato un livello inferiore di SHBG sia negli uomini che nelle donne, un livello più elevato di testosterone libero e un aumento del rischio di iperandrogenismo.
Significa quindi che non dobbiamo demonizzare il consumo della frutta, ma è invece bene fare attenzione a prodotti confezionati e bevande con la dicitura “senza zuccheri aggiunti” in quanto potrebbero ingannare. Sono proprio questi prodotti ad essere ricchi di fruttosio e consumandoli quotidianamente e in più momenti della giornata (es. nei biscotti, nei cereali da colazione, nelle bibite, ma a volte anche in alcuni cracker “salati”, nelle salse, nei succhi…) possono portare ad un eccesso e quindi ad un aumento di rischi per la salute.
Per prevenire questi rischi è sufficiente impostare modifiche nutrizionali che permettano di ridurre il consumo di prodotti dolcificati a favore di prodotti più semplici e pasti più bilanciati senza dimenticarsi del gusto.
Nello Studio SMA in cui lavoro ci occupiamo di alimentazione personalizzata con l’obiettivo di far trovare ad ognuno un buon equilibrio tra pasti semplici e pasti elaborati, senza tralasciare il piacere di stare a tavola.