Altro che statine… È la prima colazione il vero anticolesterolo
Un interessante lavoro giapponese, pubblicato nell’ottobre 2023 sul Journal of Atherosclerosis and Thrombosis ha misurato in modo molto preciso su quasi 30.000 persone i valori di colesterolo cattivo (LDL) in relazione al fatto di fare o saltare la prima colazione.
Ebbene: i risultati hanno confermato che in entrambi i sessi e in modo indipendente dall’età, i “saltatori della colazione” avevano maggiori livelli di colesterolo cattivo in modo molto significativo.
Questi dati confermano il lavoro internazionale (Spagna, Finlandia, Turchia, Canada) pubblicato nell’agosto 2023 sull’European Journal of Nutrition che ha portato ad evidenziare in modo preciso che:
- Quanto prima si mangia dopo il risveglio mattutino tanto più si controlla il colesterolo e si abbassa il rischio cardiometabolico.
- Allungare il tempo di digiuno durante il giorno protegge dal rischio cardiovascolare.
Significa che bisogna fare la colazione il prima possibile (in genere entro un’ora dal risveglio a meno che non si faccia prima attività sportiva) e che fare il digiuno breve, basandosi sulla prima colazione e sul pranzo e saltando eventualmente la cena, mantiene tutte le sue valenze di salute.
L’importanza della prima colazione è valida anche per tutte le patologie che hanno anche una base di tipo metabolico il cui elenco sta espandendosi gradualmente.
Ad esempio si è vista una azione protettiva della prima colazione sulle diverse forme di cancro intestinale (sia stomaco sia intestino sia colon) per non parlare, sembra quasi ovvio, degli effetti di stretta correlazione tra il salto della prima colazione e lo sviluppo di obesità, tema discusso in molti articoli di Eurosalus tra i quali segnaliamo “Il salto della prima colazione: l’unico sport che non fa dimagrire”.
Significa che in accordo con le linee guida internazionali gli eccessi di colesterolo vanno trattati, ma prima di ricorrere immediatamente alle statine, le scelte nutrizionali personalizzate, a partire dal fare la prima colazione (come detto provocatoriamente nel titolo), rappresentano azioni attuabili da chiunque che consentono di risolvere il problema in modo non farmacologico o di dare una mano ai farmaci eventualmente utilizzati.
Ricordo che in un mio articolo del 2005 “È l’infiammazione e non il colesterolo il vero obiettivo delle statine” segnalavo già questo aspetto.
Le statine possono avere una funzione antinfiammatoria, ma bisogna dar loro una mano attraverso l’alimentazione, oppure, agire prima contro l’infiammazione e poi decidere se le statine servano ancora o meno (come spesso facciamo per le persone che seguono i nostri percorsi terapeutici.
È anche utile ricordare che l’innalzamento dei livelli di colesterolo nella maggior parte dei casi non dipende dalla assunzione di grassi o di cibi ricchi di colesterolo, perché a parte il caso della ipercolesterolemia familiare l’innalzamento dei livelli è molto più correlato agli zuccheri o all eccesso di carboidrati alimentari, come spiegato nell’articolo “Colesterolo, zuccheri e statine: riflessioni per l’uso”.
In particolare, già nel 2014 un lavoro sviluppato da ricercatori britannici (Università di Warwick) e svedesi (Università di Linköping), pubblicato su Nutrition & Diabetes, aveva evidenziato che la glicazione (fenomeno dovuto appunto a un eccesso individuale di glucosio, fruttosio o alcol) contribuisce a trasformare il colesterolo buono (HDL) in colesterolo cattivo (LDL) determinando cioè un aumento del rischio cardiovascolare.
Questo può spiegare perché l’aumento del Metilgliossale (che si misura con il Glyco Test o con il test PerMè) è indice di quella variabilità glicemica correlata con l’aumento di mortalità da tutte le cause, e quella cardiovascolare è sicuramente la più rappresentata.
Quindi, anche l’eventuale uso del farmaco deve essere accompagnato dalla modifica personalizzata degli stili di vita e della alimentazione perché il risultato farmacologico sia reale e non venga disperso.
Per questo, nel centro SMA in cui lavoro, quando affrontiamo il sovrappeso, la ipercolesterolemia e la sindrome metabolica attraverso specifici percorsi terapeutici, dedichiamo sempre una attenzione personalizzata al quadro infiammatorio dovuto agli alimenti e alla misura del BAFF, del Metilgliossale e della Albumina glicata (attraverso i test di GEK Lab) perché la risposta clinica sia anche quella della perdita di massa grassa inutile, se necessaria, ma soprattutto quello del controllo dell’infiammazione, della riattivazione del metabolismo e della riconquista del benessere personale.