La rivincita degli sportivi “della domenica”
L’attività fisica regolare ha innumerevoli benefici noti a tutti, ma comporta anche altrettanti sforzi.
Ritagliare il tempo tra i mille impegni della vita, trovare la motivazione per allenarsi al posto che cedere alla tentazione del divano e della tv, o anche più semplicemente avere le energie necessarie per riuscire a sopportare più allenamenti senza arrivare distrutti alla fine della settimana sono sicuramente problemi che chiunque abbia iniziato, o provato, a fare attività fisica si è trovato a dover fronteggiare.
Così nascono gli “sportivi della domenica”, definiti in inglese “weekend warriors” (sì, sono un popolo che non conosce confini): persone che durante la settimana conducono una vita sedentaria, ma che nel weekend si scoprono sportivi ed affollano palestre, strade, parchi… spinti da un misto di voglia di “recuperare” gli allenamenti non compiuti durante la settimana e dal senso di colpa per non essere riusciti a farli.
Per lungo tempo sono stati la categoria più screditata da tutti: da un lato gli sportivi “irriducibili” li considerano troppo carenti di motivazione e costanza per essere considerati loro pari, dall’altro i sedentari convinti si chiedono cosa possa cambiare fare due allenamenti alla settimana e quindi credono che sia solo un modo di ingannare la propria coscienza.
Bene. Ora, sportivi della domenica, il vostro giorno è arrivato: uno studio recentissimamente pubblicato su JAMA Internal Medicine (un’importante rivista scientifica americana) ha dimostrato che quelle due sudate sessioni settimanali FANNO la differenza, riducendo la mortalità complessiva, per malattia cardiovascolare e perfino per tumore.
La ricerca, condotta su ben 63.591 persone di età superiore ai 40 anni, ha valutato il grado di attività svolta dai soggetti dividendoli in 4 categorie: “inattivi”, “insufficientemente attivi” (meno di 150 minuti settimanali di attività moderata o meno di 75 minuti/settimana di attività vigorosa), “weekend warriors” (almeno 150 minuti/settimana di attività moderata o almeno 75 di attività intensa in 1 o 2 sessioni) e “regolarmente attivi” (più di 150 minuti settimanali di attività moderata o 75 di attività intensa in almeno 3 sessioni settimanali).
Questi 4 gruppi sono stati osservati al fine di vedere se si fossero evidenziate differenze nei tassi di mortalità complessiva, da malattia cardiovascolare o da malattia neoplastica.
Lo studio ha evidenziato, in una popolazione con caratteristiche simili a quella italiana, che anche il gruppo di sportivi “della domenica” beneficiava di una riduzione statisticamente significativa della mortalità in tutti gli ambiti presi in esame.
Bisogna evidenziare, però, che nelle persone regolarmene attive questa riduzione era maggiore, anche se solo marginalmente.
Anche poche sessioni, ma intense, abbinate ad una corretta alimentazione possono davvero fare la differenza in termini di prevenzione e di modificazione della composizione corporea.
In conclusione ora non ci sono più scuse per non muoversi almeno nel weekend… e siamo già a venerdì!
Bibliografia essenziale
O’Donovan G, Lee IM, Hamer M, Stamatakis E., Association of “Weekend Warrior” and Other Leisure Time Physical Activity Patterns With Risks for All-Cause, Cardiovascular Disease, and Cancer Mortality., JAMA Intern Med 2017 Jan 9 DOI: 10.1001/jamainternmed.2016.8014. [epub ahead of print]