I malati di Crohn hanno anticorpi contro il pane: perché nessuno gli dice di toglierlo?
Il tema della ipersensibilità al lievito di birra nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD) è un tema caldissimo.
Sappiamo infatti che uno dei marker della malattia è la presenza di Anticorpi Anti Saccharomyces Cerevisiae (ASCA) e questo indica che può esistere come causa o concausa di questo importante problema una ipersensibilità ai prodotti da forno e a tutti i prodotti fermentati.
Oggi si stanno analizzando anche altri anticorpi, che si affiancano agli ASCA per una maggiore precisazione diagnostica (Dotan I, et al. Gatroenterology 2006 Aug;131(2):366-78). La presenza di questi anticorpi aiuterà forse a precisare meglio l’esistenza di un disturbo infiammatorio intestinale specifico, ma resta il fatto che per anni, mentre attraverso gli articoli di Eurosalus segnalavamo la reattività a latte e lievito nelle malattie infiammatorie intestinali, anche facendo riferimento a lavori scientifici di indiscusso valore, la media dei clinici italiani si opponeva fieramente a qualsiasi tipo di dieta. In molte strutture gastroenterologiche anzi, le indicazioni ad evitare qualunque tipo di dieta sono la prassi anche ora.
Poiché gli ASCA sono anche coinvolti nella reattività del fegato, e interferiscono nelle epatopatie, il problema della presenza di anticorpi anti Saccharomyces tocca anche il tema della vaccinazione antiepatite B, visto che questa è effettuata usando come carrier della sostanza antigenica proprio il Saccharomyces manipolato con ingegneria genetica, ed è documentata la reattività anafilattica alla vaccinazione in soggetti che abbiano una reattività ai lieviti (DiMiceli L et al, Vaccine 2006 Feb 6;24(6):703-7. Epub 2005 Aug 9).
La mia esperienza clinica è di vedere un numero crescente di ragazzini con patologie da malattia infiammatoria intestinale, molti più di quanti ne vedessi 10 o 15 anni fa…
Inoltre consideriamo il fatto che nel celiaco, che non può mangiare pane, la presenza di ASCA cala completamente e si azzera nel momento in cui la dieta viene seguita con correttezza (Mallant-Hent RCh et al, Eur J Gastroenterol Hepatol 2006 Jan;18(1):75-8).
Viene d’istinto pensare che anche nel Crohn o nella colite ulcerativa si possa ad esempio ridurre la reattività modificando l’aspetto dietetico, esattamente come noi clinicamente facciamo, con l’applicazione di una dieta che spesso, quasi nel 90% dei casi, nelle malattie infiammatorie intestinali riguarda il lievito e il latte.