Igiene e allergie: lasciate giocare i bimbi nel fango
Un articolo pubblicato nelle scorse settimane su teoria dell’igiene” secondo la quale, appunto, un’igiene eccessivamente attenta nelle prime fasi della vita e dell’infanzia sarebbe poi un elemento che predispone allo sviluppo di allergia.
Nei giorni scorsi su Eurosalus si è trattato del ruolo di un inizio dello svezzamento precoce e con uno spettro di alimenti (soprattutto vegetali) ampio da presentare al neonato, nel ridurre le allergie. Tale atteggiamento si porrebbe fondamentalmente sulla stessa linea: più è ampio lo spettro di antigeni (potenziali allergeni) con cui il sistema immunitario del bambino viene in contatto quando ancora si sta adattando al luogo che lo circonda, minore tendenzialmente sarà la sua reattività anomala a quell’ambiente anche una volta cresciuto.
Se qualche mese fa si diceva dunque “lasciate giocare i bambini” (il gioco è uno dei modi più semplici per far muovere il proprio bambino, riducendo per altro una serie di probabili disagi anche allergici complicati da una sedentarietà di base), oggi bisogna completare il quadro aggiungendo “lasciate loro sporcare le mani”. Il contatto con gli antigeni con i quali verrà a contatto anche in situazioni “meno pulite e disinfettate” potrà servirgli per essere un bambino e un adulto più sano e più attento alle reali necessità di reazione all’ambiente.
Mettere gli stessi bambini in grado di reagire in maniera il più possibile sensata a qualsivoglia stimolo fosse anche batterico o virale è sicuramente il modo migliore per avere bimbi sani e in forma in tutte le stagioni della loro crescita.
Un mezzo semplice come il fatto di abituarli ad assumere frutta e verdura fresca a cominciare il pasto rappresenta uno stimolo ottimo a far sì che il sistema immunitario possa sia ridurre la reattività allergica sia reagire in modo efficace al bisogno di difendersi (stessa cosa vale per la mamma durante la gravidanza e l’allattamento).
La teoria dell’igiene, di cui lo studio sopra citato, vale naturalmente anche per quei momenti in cui il bimbo ancora non è in grado di giocare nel fango ma dipende dalle mani della mamma. Ecco che diventa importante, per la mamma e per chi abbia a che fare col piccolo, di avere un bambino, e non una scultura di cristallo, tra le braccia.