Malassorbimento: quali enzimi digestivi utilizzare?
DOMANDA
Buongiorno,dopo un lungo iter di esami mi è stato riscontrato un malassorbimento intestinale anche se non si sa da cosa sia stato causato. Il mio primo ricovero è stato dovuto a una forte colica addominale, mentre il secondo a distanza di pochi giorni per un problema di tachicardia con extrasistoli, che era poi una conseguenza del malassorbimento. Lamento comunque ancora mal di pancia causato dal cibo che ingerisco (il cardiologo mi dice che potrebbe trattarsi di intolleranze alimentari). Grazie, attendo sua risposta.
RISPOSTA
Gentilissima Lettrice,
quando si parla di malassorbimento è fondamentale eseguire un’analisi delle feci a partire da un esame chimico-fisico per identificare l’eventuale presenza di residui alimentari non digeriti e non assorbiti.
A questo è importante aggiungere il dosaggio dell’elastasi fecale, per valutare la funzione digestiva pancreatica, la calprotectina fecale, che è un indice di infiammazione intestinale, insieme eventualmente una ricerca culturale per identificare eventuali microrganismi (batteri e miceti) per finire con la ricerca del sangue occulto fecale.
Tutti questi esami sono fondamentali per capire come sta funzionando la propria pancia e rappresentano un metodo poco invasivo ma utilissimo per valutare l’efficacia dei processi digestivi nella loro interezza.
A questi, in relazione al caso specifico, è possibile aggiungere tutta una serie di esami volti ad esempio a identificare una componente celiaca o da gluten sensitivity o a evidenziare i diversi effetti di un malassorbimento come la carenza di ferro o di vitamine come la vitamina D o la vitamina B12. Ogni situazione deve essere valutata con l’aiuto del proprio medico di fiducia in modo da orientare il processo diagnostico nella giusta direzione.
Quando si parla di malassorbimento è importante prendere in considerazione l‘infiammazione da cibo. Lo studio e il controllo delle eventuali ipersensibilità alimentari diventa di conseguenza una possibile chiave di lettura e di intervento per mettere l’intestino nelle condizioni migliori per funzionare.
Dopo l’effettuazione di un RecallerProgram si imposterà una dieta di rotazione settimanale con dei giorni in cui evitare di mangiare gli alimenti a cui si è intolleranti e dei giorni in cui reintrodurli magari in piccolissime quantità. Il recupero della tolleranza e la riduzione dell’infiammazione generale dell’organismo spesso si accompagnano al miglioramento della sintomatologia.
Per aiutare l’intestino a digerire meglio è importante ricordasi di masticare con attenzione ogni singolo boccone. Molto spesso una lenta masticazione permette di migliorare enormemente i processi digestivi. Il modo più semplice per ricordarsi di masticare è appoggiare la posata tra un boccone e l’altro senza riprendere in mano la forchetta prima di aver finito di masticare e inghiottire il boccone che si ha in bocca. Una buona digestione inizia proprio di una masticazione lenta ed accurata.
A queste indicazioni è possibile aggiungere un mix di enzimi digestivi di supporto. Ad esempio si utilizzerà un prodotto come Enzitasi di cui assumere una compressa prima dei 3 pasti per cicli di circa 10-15 giorni consecutivi al mese serenamente ripetibili nel corso dell’anno. Spesso l’utilizzo di questi enzimi digestivi è sufficiente per migliorare nettamente la funziona intestinale riducendo il gonfiore e il discomfort intestinale migliorando la regolarità. L’intestino quando è messo nelle condizioni di funzionare di solito semplicemente funziona.