La dieta può aiutare contro il Morbo di Crohn?
DOMANDA
Buongiorno,sono il padre di una bimba di 12 anni con il Morbo di Crohn. Come terapia sta facendo un’infusione al mese di Infliximab più le varie pasticche giornaliere, ma nessuno mi parla di un’alimentazione corretta per aiutarla: mi potete dare qualche consiglio per favore?
RISPOSTA
Gentilissimo Lettore,
quando si parla di patologie importanti come il Morbo di Crohn, l’attenzione a una corretta alimentazione rappresenta un supporto importante alla terapia farmacologica.
Le indicazioni alimentari possono variare da caso a caso in relazione all’età del paziente, al grado di attività della malattia in un determinato momento e così via, e meritano di essere valutate con l’aiuto di un medico.
Alcuni aspetti di sana e corretta alimentazione per i malati di Crohn assumono ancora più importanza. Ad esempio la masticazione deve diventare lenta e accurata per mettere l’intestino nelle condizioni migliori per funzionare.
Il modo migliore per ricordarsi di masticare è appoggiare la posata tra un boccone e l’altro senza riprenderla in mano prima di aver finto di masticare con cura.
Anche la distribuzione dei pasti nella giornata ha la sua rilevanza. La prima colazione deve diventare il pasto più abbondante della giornata mentre la cena deve essere il più leggera possibile. La mattina è il momento migliore per digerire correttamente mentre durante le ore notturne si rischia di complicare il lavoro dell’intestino.
Allo stesso modo è importante bilanciare carboidrati e proteine a tutti i pasti in modo da garantire un corretto apporto di proteine. Non è necessario seguire una dieta iperproteica, ma è fondamentale garantire il corretto apporto di proteine per sostenere l’aumentato fabbisogno proteico dei malati di Crohn e più in generale di qualunque patologia infiammatoria intestinale.
Il ruolo dell’alimentazione in patologie complesse e multifattoriali come questa è evidenziato dal fatto che ad esempio uno dei marker tipici del Morbo di Crohn sono gli Anticorpi Anti Saccharomyces Cerevisiae (ASCA).
Il fatto che i malati di Crohn abbiamo degli anticorpi contro il lievito di birra per fare il pane sottolinea come una delle possibili concause della sintomatologia possa essere l’assunzione eccessiva di prodotti da forno e più in generale di prodotti fermentati.
Per approfondire il discorso è utile effettuare un test come Recaller per confermare la presenza di una reattività verso il grande gruppo alimentare dei lieviti e delle sostanze fermentate e per indagare un’eventuale altra reattività magari verso il gruppo di latte e latticini, verso il nichel o verso il frumento.
Una volta inquadrata la reattività immunologica si imposterà una dieta di rotazione settimanale con dei giorni di dieta in cui evitare tutti gli alimenti a cui si è risultati eventualmente reattivi e giorni di libertà in cui reintrodurli magari in piccole cose.
Questo schema alimentare ricalca in tutto e per tutto lo svezzamento infantile e ha come obiettivo il recupero della tolleranza immunologica.
In affiancamento alla terapia farmacologica in alcuni casi è utile integrare l’alimentazione con del colostro. Il primo latte materno svolge una profonda azione di imprinting a livello intestinale riducendo l’infiammazione e favorendo i processi di riparazione della mucosa dell’intestino. Insieme allo Zinco, alla Vitamina D e ai Betaglucani è di aiuto per stimolare il recupero della tolleranza immunologica.
Si utilizzerà ad esempio un prodotto come IgComplex di cui assumere una capsula durante la prima colazione per ciclo di circa un mese serenamente ripetibili nel corso dell’anno.