Dolori alle ossa se cambia il tempo. Credenza popolare o verità?
«I cambiamenti che avvengono nella pressione atmosferica e nella temperatura dell’aria sono oggettivamente associati all’aggravarsi o attenuarsi dei dolori al ginocchio in chi soffre di osteoartrite».
Sono queste le conclusioni cui è giunto un rigoroso studio scientifico condotto da un gruppo di ricercatori del Tufts (New England Medical Center) di Boston e pubblicato sul prestigioso American Journal of Medicine (T McAlindon et al, AmJMedicine 2007 May, 120(5):429:434).
Potrebbe venire spontaneo commentare “Lo sapevo già” e candidare questo studio al prossimo Premio IgNobel, una parodia del Premio Nobel che, ad esempio, l’anno scorso ha incoronato, tra le altre, una ricerca dove si raccontava come e perché la maggior parte degli esseri umani sia infastidita dal rumore che fanno le unghie graffiando la lavagna.
In effetti è noto da millenni che le giornate di pioggia sono, per chi soffre di dolori articolari, giornate di tormento più di quelle di sole: tanto che è diventata proverbiale la capacità degli artritici di sentire nelle ossa il tempo che farà domani.
È giusto però precisare che la ricerca degli studiosi bostoniani è stata realizzata appunto con lo scopo di trovare una conferma scientifica a questo diffuso convincimento sulla base di dati più certi e attendibili di quelli sparsi e dubbi sui quali si fonda la saggezza popolare.
Domandare semplicemente a qualche centinaio di pazienti con diagnosi di osteoartrite se soffrano di più quando fa caldo o fa freddo, quando piove o c’è il sole, non porterebbe a risultati significativi. La medicina moderna, infatti, tende a negare l’esistenza di quella arcana forza che si chiama “psicosomatismo”, ma deve poi darne per scontata la subdola azione ogniqualvolta la metodologia scientifica la obblighi a essere obiettiva.
Se il convincimento che la pioggia aggravi il dolore al ginocchio è tanto diffuso, dobbiamo ritenere che molti pazienti siano persuasi di soffrire di più nelle giornate di pioggia che in quelle di sole. Quindi una ricerca che si proponesse di appurare con questo metodo se il convincimento è fondato, non approderebbe ad altro che a dimostrare quel che già si sapeva: che il convincimento è diffuso. Una vera e propria tautologia.
Per aggirare questo problema gli studiosi del Tufts di Boston hanno quindi utilizzato i dati di una precedente ricerca realizzata a tutt’altro scopo (misurare gli effetti di un certo farmaco sui pazienti sofferenti di osteoartrite al ginocchio) e li hanno incrociati con i dati meteorologici appositamente richiesti all’agenzia federale preposta agli studi oceanografici e climatici.
I 200 pazienti oggetto della ricerca avevano riferito regolarmente sull’aggravarsi o attenuarsi del loro dolore al ginocchio in un arco di tempo di tre mesi. È stato sufficiente confrontare le loro dichiarazioni, giorno per giorno, con i dati meteorologici relativi alla località in cui vivevano per ottenere risultati statisticamente attendibili.
È risultato che, in effetti, i dolori tendono a farsi più acuti quando la temperatura o la pressione atmosferica scendono. Il vecchio consiglio che i medici dell’Ottocento davano ai loro pazienti artritici, di trasferirsi in paesi dal clima caldo e soleggiato, sembra dunque tutt’altro che campato in aria.
Ciò non significa che si debbano prender per buone le previsioni del tempo di tutti i sofferenti di artrite: per ora la scienza ha attribuito valore oggettivo alla sensibilità meteoropatica delle sole artriti al ginocchio. Senza peraltro poter proporre alcuna valida spiegazione di questa misteriosa ma evidente correlazione tra clima e intensità del dolore.