Il piacere del caffè: sottile eccitazione senza ipertensione
Perchè l’uomo beve caffè (e tè e cacao e altre piante dello stesso gruppo) da migliaia di anni? Indubbiamente perchè nel corso dei millenni i nostri progenitori hanno percepito degli effetti positivi su alcune funzioni dell’organismo.
La caffeina (come i suoi analoghi teobromina, presente nel cacao, e teina, presente nel tè) ha delle caratteristiche farmacologiche interessanti.
Consente di respirare in modo più profondo (allarga il diametro dei bronchioli polmonari), ha delle ottime attività antiallergiche, stimola la memoria, attiva alcune aree cerebrali e gioca sottilmente tra vasocostrizione e vasodilatazione contribuendo a mantenere talora uno stato di veglia, talora uno stato di eccitazione più o meno forte.
Inoltre il caffè è sempre stato culturalmente legato agli incontri e alla socializzazione tra le persone, quindi è comprensibile che molti si siano scagliati contro “la tazzina” nel corso degli anni. Gli oltre 600 composti (tra oli essenziali e alcaloidi diversi) che si possono ritrovare miscelati da assaporare, svolgono funzioni diverse e regolano molte funzioni organiche.
Oggi invece abbiamo notizie bellissime. Ci piace riportarle in questa notizia che precede il Cenone di San Silvestro, in segno di augurio per il 2006 perchè non sempre le notizie sulla salute sono così piacevoli e rasserenanti.
Uno studio di WC Winkelmeyer (JAMA 2005 Nov 9;294(18):2330-5) ci dice che l’uso del caffè non provoca incremento della pressione arteriosa nelle donne (gli uomini non sono stati studiati). Uno studio di CE Ruhl (Gastroenterology 2005 Dec;129(6):1928-36) ci rivela che chi beve oltre 2 tazze di caffè al giorno ha un numero notevolmente minore di malattie croniche del fegato; questo soprattutto tra chi soffre di diabete, sindrome metabolica e sia sovrappeso o consumi alcolici (ricordiamoci della attività antiallergica del caffè…).
Infine uno studio che sarà pubblicato tra pochi giorni, fatto dall’americano JA Baker (J Nutr 2006 Jan;136(1):166-71) segnala che le donne fertili che bevono da 4 tazzine di caffè in su hanno una incidenza del tumore del seno praticamente dimezzata. Purtroppo questa azione non è presente dopo la menopausa.
Il caffè quindi come antiossidante? è una ipotesi interessante, ma qualsiasi analisi futura dovrà mettere nella considerazione sui suoi effetti anche la parte che riguarda indirettamente gli effetti sulla psiche del caffè stesso.
E’ possibile infatti che il lieve stimolo provocato dal caffè mantenga vigili anche i nostri sistemi difensivi.
Dott. Attilio Speciani, immunologo clinico